Fabio De Luigi: «Nel mio film scavo con leggerezza nei rapporti familiari» - Foto e video

L’INTERVISTA. L’attore e regista ha presentato all’Uci di Orio il suo «50 km all’ora»: «È un’avventura on the road improbabile e divertente, ricca di emozioni e riflessioni».

Quando ieri pomeriggio è entrato nella sala otto dell’Uci Cinemas di Oriocenter, gremita di persone in attesa di assistere al suo film «50 km all’ora», l’attore e regista Fabio De Luigi non ha trattenuto l’emozione. «Sembra di essere a Sanremo - ha detto al pubblico bergamasco, salutandolo prima dell’inizio della proiezione e ringraziandolo per la calorosa accoglienza -. Siete tantissimi, grazie di cuore, spero di farvi divertire». E così, tra selfie e risate, accompagnato da Alessandro Usai, amministratore delegato di Colorado Film, De Luigi ha presentato il suo nuovo film, che lo vede nel doppio ruolo di regista e attore protagonista.

La pellicola, distribuita da Eagle Pictures, mutua la trama del road movie «25 km/h» del tedesco Markus Goller, sostituendo al paesaggio della Germania quello dell’Emilia Romagna. Il film racconta infatti di due fratelli agli antipodi, Rocco (interpretato da De Luigi) e Guido (Stefano Accorsi), che si riuniscono alla morte del padre (Alessandro Haber).

Hanno vite e caratteri opposti, non si parlano mai. Ma il lutto li riavvicina, portandoli a compiere un viaggio in moto attraverso l’Italia, in particolare le colline e la pianura dell’Emilia-Romagna, per spargere le ceneri del papà sulla tomba della madre.

De Luigi, cosa rappresenta per lei questo film?

«È una commedia a cui tengo molto, un’avventura on the road improbabile e divertente che spero possa far ridere e divertire i bergamaschi».

Fabio De Luigi all'Uci Cinemas: l’intervista. Video di Colleoni

Lei è nato a Santarcangelo di Romagna, Accorsi e Haber a Bologna: «50 km all’ora», girato in Emilia-Romagna, può essere considerato come un tributo alla vostra regione?

«Il film ha un sapore certamente molto identitario, che accomuna un po’ tutta la gente della pianura Padana, bergamaschi e lombardi compresi. Spero quindi che possa essere apprezzato anche fuori dell’Emilia-Romagna. Del resto tratta di temi universali, come la famiglia e la morte, in cui molti si possono ritrovare».

Una commedia umana, la sua, in cui emotività e divertimento si fondono...

«Amo raccontare i rapporti familiari, perché mi stanno particolarmente a cuore. E credo che questo film esprima un equilibro giusto tra divertimento ed altre emozioni, più serie, che accompagnano questa storia. Pur nella leggerezza della commedia, ho cercato di andare in profondità. Ed inevitabilmente, oltre alle risate, penso sia venuta fuori tutta la sensibilità e tenerezza maschile».

Ad accoglierla ad Oriocenter una sala piena, quali sono le sue sensazioni?

«Sono felicissimo, la Bergamasca è una zona in cui i miei film hanno sempre funzionato bene. E in particolare Oriocenter mi ha sempre dato grandi soddisfazioni. Spero possa succedere anche questa volta. Ringrazio di cuore il pubblico per aver scelto “50 km all’ora”. Il nord-est solitamente è un territorio abbastanza ostico per le commedie, ma le mie sono sempre andate bene, soprattutto qui a Bergamo».

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