Malore sul campo di calcetto, Matteo a 42 anni lascia cinque figli

CASTELLI CALEPIO. Colpito da un’emorragia cerebrale, si è spento l’altra notte. «Abbiamo perso un collega, un amico, padre meraviglioso». Sabato l’addio.

Matteo Ferrecchia è tornato a Castelli Calepio ieri più o meno alla stessa ora di quando, martedì, aveva salutato la moglie Carmela Luongo e i loro cinque figli: 13 anni non ancora compiuti il maggiore, uno o poco più l’ultimogenita. Il vicino di casa racconta che l’altra sera si erano visti poco prima che Matteo partisse per il calcetto, partitella tra amici al Centro sportivo appena fuori dal casello dell’A4 di Rovato. Due chiacchiere con quel «ragazzo buono come il pane».

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Responsabile del magazzino della «Itg srl» di Palazzolo sull’Oglio, aveva 42 anni e Carmela era stata la sua prima fidanzata, erano insieme da sempre. Raccontano i parenti – giunti dalla Toscana ma anche dalla Germania – che si erano conosciuti in vacanza quando lei aveva solo 16 anni. Sempre insieme, avevano dato vita a una grande famiglia. Cinque figli.

Erano arrivati a Castelli Calepio tanti anni fa. A Chiuduno il fratello di lei aveva trovato lavoro e aveva detto al cognato: «Vieni che qui si sta bene e c’è lavoro». Così la giovane coppia si era stabilita a Tagliuno, l’ultimo trasloco ai tempi del primo Covid al pian terreno di una villetta affacciata alla piazza del mercato. Si erano trovati bene nel cuore della Val Calepio. E sono diventati genitori di cinque bambini che frequentano le scuole qui, tranne la piccolina, un anno, a casa con mamma. Con cinque bambini, non c’era tanto tempo libero. Matteo per anni era stato il capo del gruppo dell’Associazione Scout Evangelici Italiani di Bergamo. Poi però, un po’ il lavoro, un po’ i bambini, aveva dovuto un po’ a malincuore lasciare. Era rimasta la passione per il calcetto, che praticava occasionalmente con gli amici. Non aveva mai avuto un problema di salute. Certo non un problema serio.

Il malore

L’altra sera, negli ultimi minuti della partita a Rovato, Matteo si è accasciato sul campo di gioco. Subito qualcuno ha preso il defibrillatore, un quarto d’ora, il tempo dell’arrivo dell’elisoccorso da Brescia e poi di Carmela, da Tagliuno. Decollato l’elicottero con Matteo in fin di vita, la moglie sotto choc è stata soccorsa ed entrambi si sono ritrovati ai «Civili» di Brescia. Colpito da un’emorragia cerebrale gravissima, Matteo però si è spento nella notte. Non c’è stato nulla da fare per quell’uomo che tutti ricordano come «infinitamente buono».

La salma è tornata a Castelli Calepio mercoledì sera 13 marzo, alla casa del commiato lungo la Provinciale 91 da dove verrà trasportata al cimitero di Tagliuno per la cerimonia funebre officiata da un padre evangelista sabato alle 15.

Il ricordo

«Gli volevano bene tutti – racconta con le stesse parole dei colleghi di Matteo, la titolare della “Itg” di Palazzolo, Merilù Paparo –: non solo era un padre eccezionale, non solo era leale e sempre sorridente, ma era proprio uno che portava il sole sul posto di lavoro. Era diventato un caro amico di molti di noi». Avvolta dai parenti, Carmela lascia la casa del commiato per tornare dai bambini e cercare nei loro volti il senso di andare avanti. Il vicino di casa diceva che già ieri erano passate delle donne del paese che dicevano che se Carmela e i bambini avevano bisogno, c’era solo da chiedere. Che c’è una comunità pronta ad aiutarli, ad abbracciare questa giovane donna rimasta senza il suo amore di sempre e i suoi figli rimasti senza quel padre così eccezionale.

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