Addio al maestro del tennis bergamasco Giorgio Rohrich

Il lutto. Dotato di un talento fuori dal comune, è stato a lungo fra i migliori d’Italia, pur avendo rinunciato alla carriera professionistica per dedicarsi all’insegnamento, fin dall’età di 21 anni.

Giorgio Rohrich ci ha lasciato nella tarda serata di giovedì 8 settembre. Avrebbe compiuto 82 anni fra poco più di un mese, il 22 di ottobre. Il maestro per eccellenza del tennis bergamasco, quello che ha cresciuto intere generazioni di giocatori e coach, si è spento dopo una lunga malattia lasciando ricordi indelebili in tutti coloro che lo hanno conosciuto, sul campo da tennis e nella vita. Dotato di un talento fuori dal comune, è stato a lungo fra i migliori d’Italia, pur avendo rinunciato alla carriera professionistica per dedicarsi all’insegnamento, fin dall’età di 21 anni. Ciò che non ha vinto da giovane, lo ha conquistato nel circuito dei veterani, con trionfi a raffica in campionati del mondo individuali e a squadre, con la maglia della Nazionale italiana.

Nativo di Ponte San Pietro, ha iniziato a giocare alla Legler, passando poi quasi tutta la sua carriera di allenatore sui campi del Tc Bergamo, dove è rimasto per oltre 30 anni. Sono cresciuti con lui tutti i giocatori che hanno fatto la storia del tennis orobico: Bassanelli, Mora, Malgaroli, Savoldelli, Signorini, Mazzocchi, Marchesi, Bee, i due figli Nicola e Cristiano. Tutti giocatori che sono arrivati almeno in seconda categoria, in alcuni casi ben più in alto, tra i professionisti del Tour Atp.

«Ho iniziato a giocare a tennis a 16 anni – diceva a proposito della sua carriera da professionista – ma a 21 ho smesso di fare tornei perché i maestri al tempo non potevano fare attività agonistica. A 31 anni ho ricominciato la trafila e in due anni sono arrivato in prima categoria, fino al numero 8 d’Italia. Sono arrivato in finale in tornei importanti, tra cui quello di Sanremo, dove ho perso in finale da Adriano Panatta dopo aver battuto Paolo Bertolucci. A Parma, negli Assoluti, persi da Corrado Barazzutti in semifinale quando lui era top 10. Penso che con una trafila normale mi sarei tolto molte soddisfazioni». Alla famiglia di Giorgio Rohrich vanno le più sentite condoglianze della redazione de L’Eco di Bergamo.

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