Addio a Cecco Duzioni, leggenda di un calcio che non c’è più

Il lutto Si è spento a 93 anni nella sua Verdello, dove sono stati celebrati i funerali. Fu capitano e bandiera del Lecco che negli anni Cinquanta e Sessanta giocò in Serie A, memorabile un suo gol alla Juventus di Boniperti e Sivori. Dal 1975 al 1983 allenò nelle giovanili dell’Atalanta: fra i suoi allievi Roberto Donadoni.

«Francesco non ha avuto una bella vita – specifica don Lucio Carminati nella sua splendida omelia – bensì una vita bella, che è così quando riesci a trasformare una passione nella tua professione. E quando puoi godere a lungo di buona salute, sempre con una bella famiglia intorno». Ed è successo proprio così. Francesco «Cecco» Duzioni, verdellese doc, capitano e bandiera del Lecco con esperienze in serie A, allenatore delle promesse atalantine, 93 anni, senza mai una malattia seria, è volato via domenica (e quando sennò ?) dopo morbo fulminante. Aveva un fisico invidiabile frutto di attenzione e sacrifici: sveglia presto, cinque chilometri a piedi per la sua Verdello, palestra, niente fumo né alcolici. «Tant’è che proprio l’altro giorno – confessa Nado Mazzoleni Bonaldi, collega, concittadino e grande amico – scendendo da San Pellegrino, gli avevo preso i biscotti del Bigio. Non potrò darglieli più».

La partita della vita

La parrocchiale di Verdello è affollata e tutti si stringono alla moglie Carla, alle figlie Pinuccia e Nicoletta, al fratello Guido, alla sorella Angela. Sopra la bara di legno chiaro c’è una sciarpa storica del Lecco, portata ieri mattina presto e un delizioso bouquet di lisianthus, rose ed orchidee verdi. Tra i banchi c’è tutta Verdello, gli amici di sempre, compreso Beppe Meraviglia, portiere di quel Lecco per 14 campionati, i primi dei quali con Duzioni capitano. Cecco era nato il 13 maggio ‘29 ed aveva iniziato a giocare nel Verdello, poi a Ponte San Pietro e nel Pavia prima di approdare a Lecco nel 1953, squadra della quale diventerà grande punto di riferimento. Era un mediano sinistro dotato anche di un buon tiro e fu premiato per aver giocato consecutivamente 250 partite, totalizzando alla fine 356 presenze e 8 reti, di cui una particolarmente importante. Ad Alessandro dell’Orto, che allenerà nel Verdello, nel corso di un’intervista per i suoi 90 anni, su «Libero» racconterà la partita della vita. È il gennaio ‘61 e si gioca con la Juve che va sul doppio vantaggio. Il raddoppio è di Boniperti che, tornando a centrocampo, indica la sua fascia di capitano e grida: «Duzioniii, e uno..», facendo intendere che avrebbe segnato ancora. Dieci minuti dopo, però, c’è una punizione per i blu-celesti e Duzioni calcia a giro nel sette. Tornando a centrocampo indica la sua fascia di capitano e, schernendo Boniperti, gli urla: «Marisaaa, e uno…». Finirà 2 a 2 e ci sarà tempo anche per schermaglie con Sivori che, a fine gara, gli darà una testata sul naso.«Ho confessato a Francesco che, all’epoca, tifavo per Sivori» ammette don Carminati.

Un esempio per i giovani

Finita la carriera di calciatore, con presenze a Piacenza e Borgomanero, Duzioni inizia ad allenare proprio in queste piazze e a Lodi per il Fanfulla f ino alla chiamata del Settore Giovanile dell’Atalanta, con responsabile Angelo Piccioli, già suo mister a Lecco. Dal ‘75 al ‘83 allenerà soprattutto gli Allievi B, ma anche i Giovanissimi e, un anno, la Berretti. Cecco, che ha avuto tra i suoi ragazzi Roberto Donadoni, ha portato in dote gli insegnamenti che lui per primo ha messo in pratica: l’attenzione per il cibo, la negazione dei vizi principali, il sacrificio pur di mantenersi in forma, il rispetto nelle mura dello spogliatoio (dimentichiamoci Boniperti e Sivori), affiancando i buoni principi ad un efficace insegnamento della tecnica individuale e della tattica. A Duzioni non si scaricavano mai le pile. Per anni, al Tennis Club di Zingonia, è stato l’infaticabile aiutante in campo del maestro Giorgio Röhrich. Domenica ha deciso che bastava così. E, da capitano, ha raggiunto i suoi compagni di quel Lecco da favola. Che, a quest’ora, gli avranno già organizzato una festa su quel ramo di lago nel cielo.

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