Sport / Valle Seriana
Lunedì 27 Dicembre 2021
Andrea Locatelli: «Il mio 2021 è stato da 8, una delle stagioni migliori di sempre»
Il pilota selvinese, al debutto in Superbike, ha conquistato il quarto posto finale, salendo sul podio quattro volte.
Un biennio ricco di soddisfazioni, superiori a ogni più rosea aspettativa. La rinascita del 25enne selvinese Andrea Locatelli, dopo le delusioni del Motomondiale, dove ha corso fino al 2019, è iniziata nelle derivate di serie ed è proseguita in classe regina. Prima ha conquistato il Mondiale Supersport - guadagnandosi il premio di atleta bergamasco del 2020 - e quest’anno, al debutto in Superbike, ha conquistato il quarto posto finale, salendo sul podio quattro volte.
Andrea che stagione è stata?
«Una delle migliori di sempre, direi da otto. Il 2020 era stato qualcosa di grandioso per me, per la mia squadra, Evan Bros, ma penso che anche quest’anno con Yamaha abbiamo dimostrato tanto. La quarta posizione in classifica generale mi rende molto contento».
Anche perché grazie ai suoi punti, avete vinto il Mondiale precedendo Ducati e Kawasaki.
«Più di così era difficile fare, il mio compagno di squadra Toprak (Razgatlioglu; ndr) è meritamente campione del mondo. E senza il mio quarto posto sarebbe stato difficile conquistare il titolo a squadre e anche il Costruttori. Un premio per la squadra, l’intero gruppo di lavoro. Con Toprak c’è un buon rapporto, i suoi risultati mi hanno dato un grosso stimolo».
Spesso si dice che il quarto è il più triste, più del secondo che almeno va a podio. Lei è più felice o deluso?
«Quando abbiamo iniziato il campionato il quarto posto non era un obiettivo. La Superbike è un campionato molto difficile ma da metà anno è sembrato un risultato fattibile. Siamo andati oltre le aspettative, anche le mie. Se penso al calcio il quarto posto è buono perché ti permette di giocare in Champions League, quindi sicuramente è un gran risultato, anche se non mi appaga al cento per cento. Un Mondiale vinto è un’altra cosa».
Per fare ancora meglio cosa le è mancato?
«Disputare qualche gara intera, cioè dall’inizio alla fine, in compagnia dei tre piloti più forti, Toprak, Rea e Redding, i soli che mi hanno preceduto in classifica. Loro sono più esperti e sempre veloci, io a volte mi sono accontentato del terzo o del quarto posto, senza crederci fino in fondo. Penso di poter riuscire a stare con i piloti di testa nel 2022, in alcune gare».
L’anno prossimo firmerebbe per chiudere di nuovo quarto in campionato?
«Un quarto posto non sarebbe certo una delusione, ma l’obiettivo è provare a conquistare una posizione in più. Il vantaggio è che arriviamo già pronti, conosco la moto, il team e le piste; verrà tutto più naturale. Devo ancora fidarmi al cento per cento dell’elettronica».
E la concorrenza come la vede?
«Cambiano un po’ di cose in Ducati e Bmw. Bisogna vedere Bautista se al ritorno in Ducati sarà quello di 2019 e sono curioso di vedere Redding in Bmw che già quest’anno con Van der Mark ha fatto delle buone gare. I favoriti per me restano Toprak e Rea».
Com’è la sua situazione contrattuale?
«Avevo un contratto per 2021 e 2022 ma visto come stavo andando a metà stagione mi sono sentito in dovere di sedermi intorno a un tavolo con Yamaha e il mio manager Yuri Danesi per definire i progetti futuri. Il contratto per il 2022 è stato sostituito e integrato per un’ulteriore stagione».
È prevista un’eventuale via d’uscita per il ritorno nel Motomondiale?
«Se dovessi fare molto bene, sarei libero di andare in MotoGp ma solo se chiamato da un team Yamaha».
Quando tornerete in pista?
«Non abbiamo ancora deciso i giorni di test, il team sta operando sulla moto. Stiamo lavorando su un nuovo software che dovrebbe farci fare uno step».
Nel frattempo come si allena?
«Purtroppo nella Bergamasca non ci sono piste adatte in asfalto e a differenza del motocross, nel quale il team ti fornisce la moto di allenamento e il meccanico, in pista tutto è a nostro carico. Io vado in pista almeno una volta a settimana, in provincia di Cremona e Pavia, con una Yamaha R1 o con un motard. Per questo sono importanti gli sponsor».
In che senso?
«Una giornata in pista è parecchio dispendiosa, si arriva quasi a mille euro di costi, tutti a mio carico. Ma per fortuna ho degli sponsor personali, tutti bergamaschi tranne Pata, e tutti che mi aiutano da tantissimi anni, che vorrei ringraziare: Perrel, Faip, Industria Chimica Panzeri, Fmb, Cantor Air, Lva e Fluidomatic».
A proposito di Bergamasca, vive sempre a Selvino?
«Mi piacerebbe, mi sento un selvinese, ma per questioni di comodità abito a Nembro, al momento da solo, anche se sto con Jessica da qualche anno. Però un giorno sì e uno no torno in paese».
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