Con l’Atalanta sfida d’alta classifica
Bagni: «A Napoli è molto temuta»

Bagni: «Ai miei tempi a Bergamo si cominciava a giocare già fuori dallo stadio
Ma l’Atalanta non deve illudersi: non affronterà una squadra distratta dalla Champions»

«Lunedì partita tosta, ma come sempre a Bergamo, se è vero che ai miei tempi si cominciava a giocare già fuori dallo stadio». A Salvatore Bagni - scudetto e coppa Italia 1987, oltre a 106 partite e 12 gol in quattro campionati, col Napoli d’Ottavio Bianchi e Diego Maradona, di cui era uno dei più fedeli luogotenenti - il campo di viale Giulio Cesare portava bene.

Senta, Bagni, l’Atalanta non può sperare che quelli del Napoli in campionato si lascino un po’ andare, dopo il pari di domenica scorsa col Chievo, e puntino tutto sulla Champions, visto il successo di mercoledì con la Stella Rossa?
«Se lei va a Napoli e pone questa domanda alle gente, la inseguono. Questa cosa proprio non esiste. Magari, anzi, il Napoli a Bergamo avrà l’occasione di rimediare al pari col Chievo. La Juventus gioca sabato a Firenze, mica una passeggiata».

Che dice, Ancelotti farà turnover?
«Rotazione, non turnover. Carlo impiega l’organico per intero e ha preparato sicuramente un programma. Dopo l’Atalanta, c’è il Frosinone al S.Paolo e sarà quella la partita in cui lascerà respirare gli uomini più importanti, in vista dello scontro decisivo del martedì seguente a Liverpool».

Fra Atalanta e Napoli, chi la fa la partita?
«Se la dividono. Ci si difende in undici. Quando attacca l’Atalanta, s’abbassa il Napoli. E viceversa. Sono due squadre d’alta classifica, che si rispetteranno».

L’Atalanta come può mettere in difficoltà il Napoli?
«Attraverso il gioco. Questa è l’arma delle squadre di Gasperini. Io e Gasp ci conosciamo come due persone che si stimano, pur non potendo dirsi amici. Quando parlo di gioco, intendo dire, per esempio, che l’Atalanta spesso fa partire le azioni da Toloi, che è il centrale di destra. Dunque il suo modo di stare in campo è abbastanza esclusivo».

Intanto Gasp contro il Napoli non avrà Ilicic.
«Naturalmente la classe e la fantasia di Ilicic sarebbero servite, ma bisogna passare oltre. D’altra parte io conosco bene anche Sartori, che ha costruito un organico importante».

E il pericolo numero uno, nel Napoli?
«Qui dico Insigne, perché ha nei piedi la giocata decisiva, che si può inventare anche in una serata negativa. E pure Mertens. Io credo che Ancelotti all’inizio puntasse più su Milik per sfruttarne la fisicità. Ma Mertens lo sta facendo ricredere a suon di prestazioni, mi pare».

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