Cuore bergamasco nel box del Cavallino
Il sogno di Andrea, meccanico da Schumi a Leclerc

Il telaista Dentella, 44 anni, da 21 a Maranello dove arrivò come motorista. Il padre: «Da Schumacher a Leclerc. Pensare che tifava Senna...».

Quando, due anni fa, Charles Leclerc ha vinto a Monza a soli 21 anni, Maurizio Dentella ha visto il figlio commuoversi in Tv: «Non gli capita mai, ma quel ragazzo così gentile ed educato gli ha smosso il cuore».

Un cuore rosso Ferrari che da 21 anni batte al ritmo dei giri nelle qualifiche, galoppa forte quando si spengono i semafori, e accelera quando i piloti passano dai box. Perché il bergamasco Andrea Dentella, 44 anni vissuti a 350 orari, sarà l’incaricato a mettere la ruota anteriore destra nel pit stop dell’edizione 2021 del Mondiale di Formula 1, al via domenica con il Gran Premio del Bahrain. «Sarà il suo ventunesimo anno in Ferrari, di cui sedici di gara su pista, ha visto passare tutti i migliori piloti, da Schumacher a Barrichello, da Massa a Raikkonen, da Alonso a Vettel», ricorda orgoglioso il papà che fino a qualche anno fa aveva un’officina ad Azzano San Paolo, culla delle passioni di Andrea e «sala giochi» personale: «É venuto grande con l’odore di pistoni e frizioni, usciva da scuola alle 16 e veniva direttamente in officina».

Dopo tre anni al «Pesenti» – specializzazione meccanica – si trasferisce per 24 mesi a Maranello, nella scuola intitolata ad Alfredo Ferrari, con una tesi finale, neanche a dirlo, preparata in officina. Poi l’esperienza alla Brembo, che lo forma nei collaudi dei freni e nelle prove su strada di vetture di serie alta gamma o di prototipi, finché da Maranello non arriva quella telefonata che gli cambia la vita: cercano personale e Andrea non se lo fa ripetere due volte, fa colloqui e test e il 16 novembre 2000 indossa, per non togliere mai più, la fiammante tuta rossa.

«Ha fatto per tre anni il motorista, poi ha richiesto di passare alla mansione di telaista, il suo sogno», spiega Dentella Senior. Oggi, Andrea è un veterano della squadra corse: «É una vita di sacrifici, tra jet lag e pasti saltati, non ha orari, deve far uscire perfetta la macchina anche a costo di non dormire. Eppure, se altri col tempo hanno mollato, lui è sempre rimasto e sei anni fa ha trovato la sua compagna di vita, Cristina, che va a trovare a Firenze dopo ogni gara».

Ma tra il giglio e il cavallino, Andrea passa anche da Zanica, per andare a pescare nei laghi di Carona col papà e abbracciare la mamma Delia e la sorella Federica, appassionatissime anche loro di motori e orgogliose del suo zelo da bergamasco doc, stacanovista come Schumacher: «E pensare che all’inizio Andrea stravedeva per Senna... Ferrarista lo è diventato dopo, un po’ anche per Michael, da cui è rimasto segnato».

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