Insulti razzisti, lascia il trequartista Dara
«E ora vorrei incontrare Balotelli»

L’episodio risale a domenica 3 novembre: 13 giornate di squalifica. «Sono esploso per le offese razziste ricevute e non punite, è ingiusto: smetto di giocare».

Nell’ultima domenica 3 novembre, il caso di razzismo che ha coinvolto Mario Balotelli, stella italiana del Brescia, sembra non essere stato l’unico. Anche in Seconda categoria, proprio in provincia di Bergamo, un episodio si è imposto all’attenzione generale e in seguito a questo un calciatore ha deciso di appendere per sempre gli scarpini al chiodo. I fatti sono i seguenti. A seguito della partita con il Boltiere del 27 ottobre, Dara Mbengue del Capriate, 24enne originario del Senegal ma da 15 anni in Italia (abita a Telgate), ha ricevuto una squalifica di ben 13 gare: al 32’ del secondo tempo ha insultato un avversario con «un’espressione discriminatoria di carattere etnico» (sono le parole del comunicato di Lnd Bergamo); quindi, espulso dall’arbitro, ha lanciato in terra la maglietta da gioco per poi danneggiare diverse panchine di plastica a bordo campo.

La dinamica, insomma, appare chiara. E tuttavia, secondo il diretto interessato, Dara Mbengue, il racconto è incompleto. Perché se quel resoconto più o meno torna, nel referto arbitrale non sarebbe stata invece menzionata la circostanza che ha innescato la sua rabbia: un insulto esplicitamente razzista a monte da parte di un avversario rimasto invece esente da sanzioni. Perciò, deluso dalla disparità, il giocatore (un trequartista), descritto come un «atleta corretto», «mai protagonista di tali episodi» in un comunicato della società Uso Capriate Asd (la quale non farà ricorso, condannando al contempo ogni fenomeno di stampo razzistico), ha annunciato di volere abbandonare il calcio giocato: «Sì, ho deciso di smettere, ma continuerò a vivere il pallone, anche se fuori dal terreno di gioco, e a battermi contro ogni forma di discriminazione. Vorrei precisare con forza che non sono assolutamente un razzista, sono semplicemente esploso – ha detto Dara, corriere, che in privato coltiva la passione per la filosofia –. Non è certo la prima volta che ricevo insulti del genere, ma non sono più disposto ad accettarli. Credo che in questi casi reagire, lasciando la partita, certo senza esagerare come me, sia una necessità. Benissimo ha fatto Balotelli a interrompere il gioco domenica. Mi piacerebbe incontrarlo, insieme a Koulibaly, e discutere insieme di questo tema, così da porlo ancora di più al centro del dibattito contro ogni forma di negazionismo».

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