Pasquariello, da divano e sigarette al Mondiale della 24 Ore di corsa

Corsa su strada. Fino ai 30 anni niente attività fisica e due pacchetti al giorno. Sabato 17 settembre, a 39, sarà azzurro alla kermesse iridata di Verona.

Peccato che le liste elettorali siano chiuse, perché a pensarci bene, Benito Pasquariello, sarebbe stato un perfetto testimonial di chi ha cuore temi come la salute e il benessere. Trentanove anni compiuti a gennaio, trapiantato a Verdello dall’inizio del nuovo millennio (è originario di Ercolano, in provincia di Napoli), sette anni fa si è alzato dal divano, ha iniziato a sgambettare, e da sabato 17 settembre (start alle ore 10) prenderà parte ai Campionati Mondiali di 24 Ore su strada a Verona: «Un sogno l’ho già realizzato, quello di poter vestire la maglia azzurra – dice l’ultramaratoneta della Bergamo Stars Atletica –. La speranza è quella di migliorare il mio primato personale (232,407 km, fatto la scorsa primavera, ndr) consapevole che sfide del genere nascondono una marea di insidie e incognite».

«Allenamenti alle 4 di mattina»

Le certezze, invece, riguardano l’atipicità della sua storia. Capoturno in un’azienda meccanica nella vita di tutti i giorni, padre di due bambini, per esserci si è allenato agli orari più improbabili: «Anche alle quattro di mattina sugli anelli tra Urgnano e Brignano che mi sono disegnato vicino a casa». Da non credere per uno che, sin dopo i trent’anni, non praticava sport, conosciuto dopo aver smesso di fumare: «Quasi due pacchetti al giorno – ricorda dando lezioni di forza di volontà ai tabagisti –. Correre è stato un modo di imparare a prendermi cura di me stesso, rispetto alla mia «prima vita», di chili ne ho persi una ventina».

Terza sfida lunga

Quella al via stamattina, sarà la sua terza sfida lunga un giorno della carriera, prova provata che, come dice quel famoso slogan pubblicitario «impossible is nothing»: «Sono partito dalle non competitive, poi sono salito a mezze maratone (primato personale di 1h30’13”) e maratone (pb di 3h26’42”) – aggiunge ripercorrendo la sua storia –. La mia prima ultra è di meno di due anni fa, e la devo molto a Gregorio Zucchinali (presidente bergamasco della Iuta, ovvero l’associazione italiana di ultramaratona e trail, ndr), persona dalla rara generosità, che anche in anni complessi come gli ultimi, non mi ha mai fatto mancare supporto e attenzioni». Anche lui, da stamattina, tiferà per Duracell-Benito, uno dei sei azzurri (tra cui anche Tiziano Marchesi, lodigiano dei Runners Bergamo) via della manifestazione, chiamato a stupire per proseguire la tradizione orobica nella specialità. Stavolta, tutte le speranze, poggeranno sui bicipiti dell’uomo che visse due volte della nostra atletica uno che per esserci si è preso le ferie dal lavoro, e che mensilmente percorre gli stessi chilometri di un ciclomotore di discreta cilindrata, circa 600.

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