Le zanzare tigre sono pericolose anche per i nostri cani e gatti. Ecco perché

Alcune punture potrebbe sviluppare la filariosi, una malattia parassitaria potenzialmente pericolosa per gli animali domestici.

La filariosi è una malattia parassitaria pericolosa che può colpire indistintamente cani, gatti e altri animali domestici. È provocata dalla filaria, un verme che prende questo nome per via della sua forma sottile e allungata, che ricorda appunto un filo.

Esistono due tipi di filaria che provocano due patologie diverse e distinte: Dirofilaria immitis: causa la cosiddetta filariosi cardiopolmonare, la forma più pericolosa. Può colpire il cane e il gatto e Dirofilaria repens, che causa la filariosi sottocutanea che, pur essendo meno patogena, può dar vita alle cosiddette zoonosi, ovvero malattie trasmesse dagli animali all’uomo.

Come avviene la trasmissione della filaria

La trasmissione della filariosi avviene principalmente tramite una semplice puntura di zanzara: in Europa il vettore principale della malattia è la zanzara tigre ma, in realtà, in alcuni casi anche pulci e zecche possono essere responsabili della parassitosi.

La malattia passa da un animale malato a uno sano seguendo uno schema ben preciso: l’animale malato è un vero e proprio serbatoio della patologia: nel suo torrente circolatorio, infatti, sono presenti le cosiddette microfilarie, ovvero lo stadio larvale più piccolo del parassita. Quando una zanzara punge un cane malato, ad esempio, le microfilarie passano nell’insetto dove si sviluppano fino allo stadio intermedio, infestante per il cane. La zanzara punge poi un cane sano e le larve “intermedie” vengono trasmesse nel torrente circolatorio del cane.

Attraverso il sangue, le larve raggiungono le arterie polmonari (i grossi vasi sanguigni vicino al cuore) dove si fermano e, in 3-4 mesi, diventano un parassita adulto. I parassiti in forma adulta possono sopravvivere fino a ben 7 anni e, una volta che gli esemplari maschi e femmine hanno raggiunto la maturità sessuale, si riproducono per rilasciare nel sangue le microfilarie. Il ciclo appena descritto appartiene esclusivamente alla Dirofilaria immitis che, come abbiamo visto, causa la pericolosissima filariosi cardiopolmonare. La dirofilaria repens, al contrario, dopo l’infestazione resta nel sottocute, dove raggiunge la maturità sessuale. La filariosi non è così semplice da individuare, soprattutto perché nei cani la malattia può essere asintomatica per molti anni. Eppure, i sintomi riconoscibili sono molti e un po’ di attenzione da parte di chi accudisce il pet può fare la differenza.

Come riconoscere la fliarosi nei nostri animali

La sintomatologia della filariosi generalmente insorge lentamente con tosse cronica, seguita da affanno respiratorio e debolezza. Possiamo poi ritrovare altri importanti segnali nell’inappetenza e la perdita di peso.

Le alterazioni a livello dei grossi vasi vicino al cuore possono inoltre determinare insufficienza cardiaca. talvolta può accadere però che la malattia esordisca in modo acuto a causa della formazione di trombi conoseguenti alla morte spontanea dei vermi: in questi casi si può manifestare sia la difficoltà respiratoria che la tosse con sangue.

Come prevenire la filariosi

Prevenire la filariosi è possibile e, oggi, con una buona profilassi, la filariosi è molto meno grave rispetto a soli 20-30 anni fa. È sempre opportuno associare i farmaci per la profilassi della filariosi cardiopolmonare con prodotti repellenti che tengano lontani i vettori (come le zanzare) così da prevenire i pasti di sangue da parte degli insetti.

Oggi sono disponibili molti prodotti molto efficaci come repellenti nei confronti delle zanzare, ma è importante scegliere quello più adatto all’ambiente ed allo stile di vita dell’animale e ricordarsi di osservare le corrette frequenze di applicazione. I collari generalmente hanno una durata d’azione più lunga ed è possibile tenerli continuativamente anche per diversi mesi; i prodotti «spot on» tendenzialmente durano un mese, devono essere applicati lontano da bagni, divaricando bene il pelo così da permettere l’assorbimento del prodotto da parte della cute: solo così si garantisce la loro efficacia. È assolutamente importante ricordare che alcuni di questi prodotti, specifici per il cane, sono gravemente tossici per il gatto: non possono essere utilizzati indifferentemente per le due specie e, soprattutto se avete in casa sia cane che gatto, evitate il contatto tra di loro per alcune ore dopo aver applicato il prodotto spot-on al cane!

Le compresse/tavolette che si somministrano per la prevenzione delle pulci e delle zecche non garantiscono repellenza per le zanzare. Esistono poi farmaci che impediscono lo sviluppo delle larve intermedie in parassiti adulti, nel caso in cui comunque una zanzara riesca ad infettare l’animale: questi prodotti agiscono sulle larve intermedie di Dirofilaria che si sono sviluppate nel corso dei 30 giorni precedenti e ne prevengono lo sviluppo alla forma adulta. Per questo motivo la somministrazione di questi farmaci deve iniziare non oltre 30 giorni dalla comparsa delle zanzare ed essere portata avanti fino al mese successivo alla loro scomparsa (novembre-dicembre). Diversi principi attivi, da soli o in associazione con altri parassiticidi, sono disponibili sul mercato veterinario in diverse formulazioni (compresse e pipette).

Se utilizzati ai dosaggi consigliati, nessuno è causa di effetti collaterali nelle razze di cani portatori del gene MDR1 (vedi collie, pastori australiani loro incroci e altre razze). In alternativa, una formulazione iniettabile a base di moxidectina in microcapsule è disponibile per il trattamento dei cani di età superiore ai 3 mesi. Il prodotto è in grado di fornire una protezione di 6 mesi e deve essere somministrato dal veterinario.

Per prevenire attivamente la filaria è possibile sottoporre il proprio animale domestico a un test ematico: si tratta di un semplice esame del sangue che può essere effettuato in clinica veterinaria. Il test è fondamentale quando non si è sicuri di aver seguito correttamente la profilassi annuale o qualora si abbia adottato un cane di cui non si conosce la precedente storia clinica.

Questo articolo nasce dalla collaborazione tra L’Eco di Bergamo e l’Ordine dei medici veterinari della provincia di Bergamo che ogni due settimane cura la rubrica «Amici con la coda» con consigli e informazioni utili per la cura e la conoscenza del mondo animale. L’Ordine dei medici veterinari della provincia di Bergamo è costituito da tutti i medici veterinari iscritti all’Albo e assume nell’ambito dell’esercizio della professione veterinaria notevole importanza ed autorità. Rappresenta circa 600 professionisti su tutto il territorio bergamasco: medico veterinario per gli animali da compagnia, medico veterinario negli allevamenti zootecnici, medico veterinario nel Servizio veterinario pubblico.

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