«A Bergamo non servono altri alberghi»
Comune: «Colmeranno l’attuale carenza»

La categoria preoccupata per le nuove strutture: «Il rischio è troppa offerta rispetto alla domanda». Palazzo Frizzoni replica: «La ripresa del turismo ci sarà e gli hotel andranno a colmare l’attuale sottodotazione».

La domanda è molto semplice: «Alla luce dell’anno nero per il turismo, Bergamo necessita di nuove strutture alberghiere in un sistema già saturo, anche in vista della prossima apertura dell’hotel al nuovo ospedale, a Chorus Life, in via Tasso e all’aeroporto?». E arriva da Federalberghi, il che rende la questione ancora più interessante.

«La notizia della costruzione di nuovi alberghi in via Autostrada e in zona Grumellina cade in un momento di grave difficoltà per il settore e per le imprese alberghiere e pone dei freni alle possibilità di ripartenza» commenta Oscar Fusini, segretario provinciale di Federalberghi, che ha messo nero su bianco le proprie preoccupazioni al sindaco Giorgio Gori.

«Non superiamo gli equilibri»

«Sappiamo che i due nuovi insediamenti, anche se previsti dall’attuale Pgt, si riferiscono ad autorizzazioni degli anni passati e a delibere già approvate ma chiediamo ogni sforzo possibile per evitare il superamento dell’equilibrio di sostenibilità tra domanda e offerta turistica» rileva Fusini.

«La città non necessita di nuove strutture alberghiere e il rischio è trovarci negli anni con un’offerta di stanze sul territorio più che raddoppiata, a fronte di una domanda che, a essere ottimisti, tornerà ai livelli pre-Covid solo nel 2023 e potrebbe poi crescere a ritmi rallentati».

«Scommettiamo sulla ripresa»

«Valutiamo positivamente i segnali di ripresa del settore turistico che derivano, implicitamente, dalle iniziative volte alla realizzazione di nuove strutture ricettive» spiegano da Palafrizzoni. «Si tratta di una scommessa sulla ripresa del turismo e di un segnale di fiducia verso la rinascita della città, proiettata verso l’appuntamento che nel 2023, insieme a Brescia, la vedrà Capitale italiana della cultura».

Le strutture alberghiere «a cui si fa riferimento non saranno ultimate e operative se non nel periodo tra 2023 e il 2025, anni nei quali la stessa Ascom Federalberghi prevede per la città non solo il recupero delle presenze turistiche pre-Covid, ma una probabile crescita dei visitatori, sia per effetto “Capitale della Cultura” sia, successivamente, come indotto della Olimpiadi invernali Milano-Cortina 2026» precisa ancora il Comune.

«Servirebbe una crescita del 20%»

Federalberghi non nega una ripresa con conseguente aumento della presenza turistica, ma a prima vista i numeri non garantiscono il raggiungimento di un soddisfacente tasso d’occupazione delle camere, dato fondamentale per la tenuta economica di un albergo. Nel 2019 era fissato al 48,6%, oltretutto in calo costante dopo la fiammata del 2017: a fronte di un aumento di 800 posti letto frutto delle nuove strutture servirebbe una crescita del 20% delle presenze da qui al 2023 e poi al 2025. In valore assoluto oltre 75 mila.

In sostanza un aumento del 5% ogni anno che gli operatori ritengono abbastanza arduo, ma solo così si potrebbe raggiungere una percentuale d’occupazione delle stanze intorno al 50%, (di poco superiore a quella del 2019), e garantire l’equilibrio e il ritorno degli investimenti.

Sullo sfondo c’è poi il dato dell’offerta extralberghiera (bed and breakfast e case vacanze) che negli anni pre Covid ha colpito duro: se nel 2016 rappresentava il 45,2% dell’offerta nella Grande Bergamo, nel 2019 è arrivata al 54. Ed è un aspetto che non può non venire considerato in queste dinamiche, viene sottolineato.

«Previsioni conformi al Pgt»

«È importante sottolineare che nell’ultimo quadriennio i numeri del settore sono rimasti invariati (25 alberghi nel 2016, 25 al 31 dicembre 2020) nonostante tra il 2014 e il 2019 i flussi turistici siano aumentati del 60%» replica Palafrizzoni. Crescita «accompagnata da un raddoppio delle strutture extra alberghiere passate da circa 450 a oltre 800 tra il 2016 e il 2019, fenomeno non privo di criticità. Le nuove iniziative andranno pertanto a colmare una sottodotazione dell’offerta alberghiera della città rispetto al forte aumento dei flussi turistici avvenuto negli ultimi anni».

Inoltre i nuovi alberghi «sono conformi agli strumenti urbanistici vigenti: cancellare ora tali previsioni comporterebbe ricorsi e procedimenti in tribunale, con il Comune in una condizione di chiara debolezza. Si tratterebbe, inoltre, di una limitazione della concorrenza e dell’iniziativa privata, in contrasto con le liberalizzazioni introdotte dalla legge in questo settore».

La stesura del nuovo Pgt «offrirà l’occasione per valutare le esigenze della città anche per quel che riguarda le strutture ricettive, e in quest’attività sarà certamente prezioso il confronto con gli stakeholder interessati, tra cui Ascom Federalberghi e le altre associazioni del settore»

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