AstraDay, un altro flop: vaccinati in 100. Richiami da cambiare, l’«incognita dosi»

Lunedì 14 giugno summit in Regione per gli approvvigionamenti e riprogrammare le seconde somministrazioni agli under 60. È in corso l’invio degli sms per oltre 2.000 bergamaschi che erano già prenotati tra sabato e mercoledì.

Richiami eterologhi per chi ha fatto la prima dose di AstraZeneca: la Regione Lombardia mantiene la sospensione degli appuntamenti fissati per gli under 60 che in questi giorni dovevano avere la somministrazione della seconda dose del prodotto a vettore adenovirale ( per decisione del Governo, sulla base delle ultime indicazioni del Cts, ora va utilizzato soltanto per gli over 60, per i quali quindi non cambia nulla rispetto a quanto programmato) e che dovranno ora ricevere prodotti a mRna, cioè i vaccini Pfizer e Moderna. Si tratta, in Lombardia, di candidati al vaccino soprattutto 30enni e 40enni. Proprio su questo tema, oggi, è previsto un vertice tra la Regione e tutte le Asst e Ats lombarde per valutare gli approvvigionamenti previsti dal Governo per le prossime forniture di Pfizer e Moderna e poter così riorganizzare i richiami eterologhi.

Il nodo delle dosi

Per il momento, almeno fino a mercoledì compreso, la Regione ha disposto di sospendere gli appuntamenti già fissati per i richiami under 60 con i richiami AstraZeneca: l’obiettivo è arrivare, in tempi strettissimi, probabilmente già da giovedì, a non cambiare data e ora degli appuntamenti già fissati, con una sostituzione «in corsa» del vaccino, da AstraZeneca a Pfizer o Moderna. Intanto, nella Bergamasca si calcola che siano almeno 10 mila i cittadini che dovranno cambiare la seconda dose, e per 2.000 è già avviata la spedizione degli sms di avviso per gli appuntamenti fissati da sabato fino a mercoledì, per avvertire di una futura riprogrammazione. La Regione, intanto, ieri ha spiegato lo «stop and go» che si è verificato nella giornata di sabato, quando prima erano state bloccate le somministrazioni dei richiami eterologhi e poi è stato dato il via libera. «Sul caso delle seconde dosi alle persone sotto i 60 anni vaccinate in precedenza con AstraZeneca ho chiesto chiarezza a tutela dei cittadini – ha spiegato la vicepresidente e assessore al Welfare della Regione, Letizia Moratti –. La circolare del ministero della Salute che autorizzava la vaccinazione con un vaccino diverso da AstraZeneca si basava infatti sul parere del Comitato tecnico scientifico, che è un organo consultivo – ha aggiunto –. Ho chiesto quindi di avere il parere di Aifa, che è l’ente regolatore del farmaco. Una volta ottenuto il parere di Aifa ho quindi consentito il via libera della Regione Lombardia a questa disposizione».

Adesioni basse

Intanto, ieri è calato il sipario sugli AstraDay, l’iniziativa di Regione Lombardia pensata per agevolare l’accesso alla vaccinazione degli under 60 che non avevano ancora aderito alla campagna vaccinale. L’iniziativa si è chiusa sulla falsariga di come si era aperta lo scorso fine settimana quando, tra sabato 5 e domenica 6 giugno, si erano presentati agli hub della Bergamasca solo un centinaio di aventi diritto, sui 3.898 individuati dalla Regione. Si tratta di ultrasessantenni residenti in 39 Comuni con meno di tremila abitanti, la cui percentuale di non vaccinati superava la media regionale. Tra sabato e ieri, la stima è ancora di un centinaio di persone in tutto, tenendo conto che il solo dato certo disponibile è quello del centro vaccinale di Albino (quello gestito dai medici di famiglia), dove in due giorni si sono presentate una decina di persone, vale a dire un terzo di quelle che avevano aderito alla campagna lo scorso fine settimana (con una media superiore, rispetto agli altri centri). Ulteriori dati in merito a questa iniziativa le Asst non li forniscono: «Non sono scorporabili, rispetto alle somministrazioni fatte ai prenotati», dicono, ma l’impressione è che davvero tutti gli appelli dei giorni scorsi siano rimasti inascoltati. L’esperimento è dunque naufragato, forse anche a causa delle ultime disposizioni sul vaccino di AstraZeneca dei giorni scorsi.

Il timore dei «no»

Sta di fatto che chi non era vaccinato prima, non l’ha fatto neppure con questa ulteriore possibilità. «Se fossero stati presi in considerazioni i paesi più grandi – spiega Mario Sorlini, presidente di Iml, Iniziativa medica lombarda, l’associazione dei medici di base che gestisce il centro di Albino –, i numeri sarebbero stati senz’altro diversi. Speriamo piuttosto, dopo quel che è successo, che non aumenti il numero degli over 60 che non vogliono essere vaccinati con AstraZeneca: sarebbe un problema. Da noi la situazione è tranquilla: sulle 650 somministrazioni al giorno, abbiamo quasi tutte dosi di Moderna e qualche Pfizer, almeno per tutta questa settimana».

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