Cellulari alla guida, fermi al semaforo lo utilizzano otto automobilisti su dieci

INDAGINE SUL CAMPO. Due ore di osservazione agli incroci: pochi lo tengono all’orecchio, quasi tutti «smanettano». Auto civetta coi vigili in borghese: da gennaio 251 multe.

In realtà chi se lo porta all’orecchio appartiene a una sparuta, anzi sparutissima minoranza. Quando l’auto si ferma al semaforo rosso, è un malcostume comunissimo prendere in mano il cellulare, anzi lo smartphone, visto il numero di funzioni che ormai i telefonini offrono, non tanto per telefonare, quanto per chattare, guardare app o leggere le mail . Nella migliore delle ipotesi l’automobilista medio si limita a leggere messaggi – da Whatsapp alle mail, fino agli ormai datati sms –, mentre nella peggiore inizia a scrivere sulla tastiera virtuale per rispondere agli interlocutori. E dire che lo fanno tutti non è esagerare.

Otto su dieci

Stando a una nostra indagine sul campo – svolta in un tardo pomeriggio, fermandoci a diversi incroci del centro della città, senza dunque alcuna velleità di aspirare a essere una ricerca scientifica, quanto piuttosto una verifica basata sulla semplice osservazione – praticamente 8 automobilisti ogni 10, una volta fermi al semaforo, prendono in mano il cellulare per «smanettare» tra chat e applicazioni.

In due ore, in diversi incroci della città (le vie Angelo Mai e Paleocapa; via San Bernardino a Colognola, via dei Caniana, via Carducci all’altezza del Conad), nell’orario di punta del tardo pomeriggio, sono davvero pochi quelli che usano il telefono all’orecchio, alla «vecchia maniera», per telefonare. Del resto, praticamente ormai tutte le auto, anche le utilitarie, sono dotate di un sistema vivavoce, che comunque può essere eventualmente installato anche con poche decine di euro. Le (brevi) pause di guida al semaforo non sembrano fatte per le telefonate: i pochi che avvicinano il telefonino all’orecchio sembrano farlo per ascoltare dei messaggi audio – questi sì piuttosto ormai di moda – ai quali qualcuno poi risponde, tenendo però il telefono in mano frontalmente.

I social la fanno da padroni

Quasi tutti, invece, chattano, con gli occhi puntati sullo smartphone tenuto in mano davanti al volante e non più sulla strada circostante. E sì che il Codice della strada è ben chiaro: l’uso dello smartphone è vietato sempre, anche quando l’auto è ferma al semaforo e anche se non lo si utilizza per telefonare ma per le varie app di messaggistica, come Whatsapp, Messenger e Telegram.

C’è poi tutto il (preoccupante) capitolo dei social: complice il fatto che molti fermi al semaforo anziché rinchiudersi nell’abitacolo con l’aria condizionata, preferiscono abbassare il finestrino, non è stato difficile scorgere chi approfitta del rosso al semaforo per aggiornare Instagram, Facebook o Twitter. Con foto – a volte anche selfie al semaforo – e post in tempo reale. Qualche donna approfitta del rosso per sistemarsi il trucco – e questo è un po’ un classico –, con la novità di usare la fotocamera dello smartphone come specchio, anziché lo specchietto del parasole dell’auto. Quasi tutti tendono comunque a controllare, ogni tot secondi, se il semaforo è ancora rosso, buttando ogni tanto l’occhio. Sono infatti davvero pochi gli automobilisti che devono essere incentivati a ripartire dal clacson di chi sta loro dietro perché persi via con il cellulare.

Anche sullo scooter o in bici

Il fenomeno interessa anche chi è sullo scooter e pure sulla bicicletta: i pochi attimi di semaforo rosso sembrano un’occasione imperdibile per dare una controllata al proprio telefonino.

Sempre nelle poche ore di osservazione non è mancato di vedere chi dava anche il classico cattivo esempio ai propri figli: nonostante la presenza di bambini in auto – a volte anche sul sedile anteriore, nonostante l’evidente giovanissima età –, lo smartphone viene comunque usato da parte di chi è al volante.

I controlli

E i controlli delle forze dell’ordine? Ci sono, eccome. Anche se riuscire a sanzionare così tanti automobilisti e motociclisti diventa praticamente impossibile. Frequenti sono i posti di controllo della polizia locale lungo viale Papa Giovanni XXIII, all’altezza di piazzale Alpini, dove le pattuglie fermano spesso proprio chi viene pizzicato a usare il cellulare mentre guida. C’è poi l’auto civetta della stessa polizia locale: una vettura senza segni distintivi e con agenti in borghese, che circola in città proprio per sorprendere gli automobilisti che commettono infrazioni, in particolare proprio l’uso del telefonino al volante. Da gennaio la pattuglia in borghese ha fermato e sanzionato 251 automobilisti per l’uso dello smartphone alla guida. Un numero che può sembrare basso rispetto ai tanti che si vedono usare il cellulare agli i incroci cittadini, ma va considerato che ogni multa, perché sia valida, deve essere formalizzata.

© RIPRODUZIONE RISERVATA