Coronavirus, «effetto scuola»
Raddoppiati i casi in quarantena

I dati. Aumento contenuto dei «veri» positivi: sono 282. I contatti sono passati dai 285 di agosto ai 697 di ieri.

L’effetto scuola si fa sentire, per ora, solo nel numero delle persone in quarantena. Quindi senza conseguenze per la circolazione del virus, ancora limitata in provincia, almeno secondo i dati diffusi da Ats. Nelle scuole bergamasche sono stati finora scoperti 21 studenti positivi. Dodici nella settimana tra il 25 e il 30 settembre, in leggero aumento rispetto ai nove della settimana precedente. Le ultime due scuole di cui si ha notizia sono il liceo classico Paolo Sarpi, in Città Alta, dove mercoledì sono stati accertati cinque studenti e un professore positivo per due classi in quarantena, e una classe nella scuola media di Urgnano, come confermato dal sindaco Efrem Epizoi durante l’ultimo Consiglio comunale. Numeri che non preoccupano, anche perché nessuno degli alunni positivi ha sviluppato la Covid-19 in forma grave.

Sono tutti a casa, sottoposti a sorveglianza attiva senza perdere ore di lezione grazie alla didattica a distanza ampiamente collaudata durante i tre mesi di lockdown. I primi risultati dell’intenso screening degli ultimi venti giorni sono una risposta a chi si aspettava una netta crescita dei nuovi contagi dopo il rientro in classe, ambiente che naturalmente favorisce contatti e interazioni.

La percentuale di positivi

Il monitoraggio in provincia di Bergamo è stato rodato e continua senza problemi: in totale sono stati eseguiti 4.248 tamponi con 21 positivi, quindi con una percentuale di positività allo 0,4%. Nei primi dieci giorni si era fermata a 0,35%, poi salita a 0,7% negli ultimi sei giorni. Walter Ricciardi, consulente del ministro della Salute, aveva indicato un periodo di dieci giorni dal rientro in classe per valutare l’effetto scuola. In provincia di Bergamo sembra essere limitato, grazie soprattutto all’attenzione con cui vengono rispettate tutte le misure di prevenzione dentro e fuori gli istituti. Un motivo per non abbassare la guardia in settimane cruciali come quelle che attendono l’Italia e la provincia di Bergamo. L’arrivo del primo freddo, infatti, porta a chiudere le finestre più a lungo ostacolando la circolazione dell’aria e quindi favorendo l’eventuale trasmissione del contagio.

Casi «veri» e contatti

La riapertura delle scuole ha sicuramente dato una spinta al tracciamento dei contatti. Era previsto, e i risultati si vedono: i bergamaschi monitorati da Ats sono infatti (quasi) raddoppiati nel giro di due settimane. Dai 577 del 18 settembre si è passati, con l’aggiornamento di ieri, a 979. Giusto per avere un termine di paragone con un periodo più «caldo», a giugno erano 2.257 le persone in quarantena.

Visto così, l’aumento dell’ultimo mese potrebbe spaventare. In realtà è dovuto proprio all’effetto moltiplicatore delle classi. Se Ats scopre un positivo vengono messi in quarantena i suoi contatti stretti, tra cui famigliari o colleghi di lavoro. I protocolli scolastici prevedono i 14 giorni di stop per tutta la classe. La dimostrazione di questa conseguenza è evidente analizzando l’andamento dei veri casi di Covid-19: lo scorso 24 agosto erano 254, il 18 settembre sono saliti a 276, e l’ultimo aggiornamento di ieri parla di 282, quindi un trend in crescita sì, ma limitata. Come detto, sono i contatti ad aumentare: 285 a fine agosto, 301 il 18 settembre e 697 ieri.

I dati dimostrano che Ats ha incrementato, e non di poco, la capacità di eseguire tamponi e in tempi rapidi. Al netto di qualche caso di ritardi, l’esito dei test viene comunicato entro le 23 per consentire alle scuole di disporre subito la messa in quarantena delle classi. In tutta Italia invece sono 117 le scuole chiuse e 825 quelle in cui si è registrato almeno un caso di positività. Il monitoraggio è stato lanciato da uno studente universitario e da un giovane ricercatore, Lorenzo Ruffino e Vittorio Nicoletta, che ogni giorno raccolgono tutte le informazioni comunicate dalle Ats di tutto il Paese oppure dai giornali locali.

Da inizio settimana anche il ministero dell’Istruzione ha deciso di avviare una raccolta di comunicazioni puntuali da tutte le scuole per valutare l’impatto del coronavirus sull’attività scolastica e sul numero totale dei contagiati scoperti in Italia che ieri hanno registrato un’impennata con 2.548 nuovi casi.

© RIPRODUZIONE RISERVATA