«È meglio restare cauti: in autunno nuova ondata di Covid»

L’intervista Farina («Papa Giovanni»): la variante Centaurus è in Italia, se fosse confermato che sfugge ai vaccini, aumenteranno le reinfezioni.

Si sta cominciando solo ora a vedere la discesa dei contagi da Omicron, la variante ipercontagiosa che sta costringendo a casa centinaia e centinaia di bergamaschi, molti dei quali si sono visti sfumare anche le vacanze, che già si presenta all’orizzonte la variante Centaurus è stata ormai isolata anche in Italia. Ne parla Claudio Farina, direttore della Microbiologia dell’Asst Papa Giovanni XXIII di Bergamo.

Quali sono le varianti oggi presenti?

«I dati della piattaforma nazionale I-Co-Gen mostrano che ormai Omicron è l’unica variante

presente in Italia. Ma ci sono le sottovarianti: gli ultimi dati dicono che BA.1 è lo 0,8%, BA.2 l’1,6%, BA.4 l’l’11,6% e BA.5 l’86,0%. L’incremento massiccio di BA.5 ha segnato l’altrettanto rapida e massiccia riduzione di BA.2. A oggi non pare che le infezioni causate da BA.4 e da BA.5 siano associate ad una maggiore gravità clinica. Ma abbiamo imparato a conoscere che anche le varianti mutano, e che compaiono lignaggi che da questi derivano. A livello nazionale si sono osservati 12 sottolignaggi di BA.5».

E a Bergamo qual è attualmente la situazione delle varianti?

«Nella seconda metà di luglio i dati del nostro laboratorio mostravano che BA.4 rappresentava l’8,9% delle varianti Omicron; il resto erano lignaggi, sottolignaggi e sottolignaggi di sottolignaggi all’interno della Omicron BA.5».

E poi c’è Centaurus. Cosa sappiamo al momento?

«Per non farsi mancare nulla quanto a denominazioni, ecco un nome mediaticamente suggestivo. Centaurus: tecnicamente, Voc Omicron BA.2.75, isolata in Italia in un solo caso a metà luglio. Cosa sappiamo? Che BA.2.75 presenta 45 mutazioni in comune con BA.5 e 15 nuove, di cui otto localizzate nello spike, il grimaldello con cui il virus si attacca alle nostre cellule ed è agganciato dagli anticorpi. Proprio questo cocktail di mutazioni potrebbe rendere ragione di una capacità amplificata di rischio: sia per diffusibilità e sia per capacità di evadere le difese immunologiche. Potrebbe, va sottolineato: ma è ancora presto per dirlo».

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