Elezioni e referendum, il voto a domicilio
chiesto solo da 11 cittadini in quarantena

Nella Bergamasca. Gli scrutatori raggiungeranno gli elettori nelle loro case bardati con tute, mascherine e guanti come da protocollo varato dal ministero dell’Interno.

È la dimostrazione che questo referendum non scalda i cuori. In tutta la provincia di Bergamo solo 11 elettori in quarantena hanno chiesto di poter votare a domicilio. Tre in città e gli altri otto nel resto della Bergamasca. Tra casi positivi al coronavirus e relativi contatti sono circa 500 le persone in isolamento, quindi le richieste sono intorno allo 0,2% del totale. Poche. Gli stessi sindaci che negli ultimi giorni si sono affannati a informare tutti i cittadini della possibilità garantita dal ministero sono rimasti sorpresi da un così esiguo numero di domande. Probabilmente molti non hanno voluto sommare nuove seccature al disagio dovuto alla quarantena in attesa del doppio tampone negativo. Per gli 11 cittadini che hanno espresso il desiderio di votare per il referendum, e nei 13 Comuni bergamaschi chiamati a scegliere il nuovo sindaco, il protocollo prevede il voto direttamente tra le quattro mura di casa. Le due squadre mobili di scrutatori, allestite dalla prefettura come da decreto ministeriale, raggiungeranno il domicilio degli elettori nelle giornate di domenica e lunedì. Tuta che copre da capo a piedi, mascherine, guanti: saranno bardati di tutto punto per evitare qualsiasi rischio di contagio.

Ma il rispetto delle norme anti covid sarà fondamentale in tutti i seggi. Sembra ovvio, eppure è meglio specificarlo: non si può raggiungere i seggi se si accusano sintomi oppure con febbre oltre 37,5. Il gel igienizzante sarà utilizzato in abbondanza: le mani devono essere sanificate all’ingresso, prima di ricevere la scheda elettorale e la matita, infine all’uscita. Appena l’elettore avrà terminato di compilare le schede queste dovranno essere inserite direttamente negli scatoloni, e non consegnate al responsabile del seggio. La mascherina è obbligatoria e deve essere tolta solo per l’identificazione, sempre mantenendo due metri di distanza dal personale al seggio.

Nel corso della giornata i Comuni hanno previsto turni di sanificazione, così come alla riapertura delle sedi nella mattinata di lunedì. Operazioni che, solo nella città di Bergamo, hanno fatto lievitare i costi da 60 mila a oltre 190 mila euro. All’esterno dei seggi ci saranno addetti e volontari delle associazioni per regolare il flusso degli elettori ed evitare assembramenti. L’affluenza sarà decisiva non tanto per l’esito del referendum, che in quanto confermativo non prevede il quorum, ma per il rispetto delle norme anti contagio.

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