Grande cuore dei volontari bergamaschi
«In Veneto per aiutare la popolazione»

Da Telgate, Filago, Tavernola a Santo Stefano di Cadore per soccorrere le popolazioni. La Croce Blu di Gromo ha portato i generatori.

Sono rientrati sabato da Santo Stefano di Cadore i volontari bergamaschi che hanno operato nel Bellunese per portare soccorso dopo le alluvioni dei giorni scorsi. Partiti martedì con la colonna mobile della Protezione civile di Regione Lombardia, i volontari dei nuclei di protezione civile Ana di Telgate, Filago e Tavernola si sono trovati a lavorare per cinque giorni sotto la pioggia battente.

«Eravamo preparati - commenta Tarcisio Ravelli, responsabile del nucleo di Telgate -, come siano preparati a intervenire in queste situazioni. Abbiamo trovato un paese senza corrente elettrica che è rimasto tale per quattro giorni. La centrale a biomassa era piena d’acqua. Come spesso ci accade abbiamo incontrato tante persone riconoscenti per il lavoro che i volontari stavano facendo, così una signora che offre il caffè o un invito a pranzo».

I circa 80 volontari della colonna mobile regionale di cui fa parte Protezione civile Ana, A2A e Parco Ticino, sono stati coordinati dai Vigili del fuoco e dal Centro operativo misto (Com).

L’alluvione ha allagato strade e case. «Abbiano operato in particolare nella frazione San Pietro con i mezzi meccanici e motoseghe per rimuovere alberi, ramaglie, accumulate sotto i ponti, ripulito le strade dal fango, svuotato i tombotti» dice Francesco Morzenti, responsabile del nucleo antincendio della Protezione civile Ana. Tanti i volontari di altri gruppi e associazioni che sono accorsi in Veneto per portare aiuto alla popolazione, difficile fare delle stime, ma sicuramente si tratta di decine di persone. Tra questi quattro volontari della protezione civile della Croce Blu di Gromo, con due grossi generatori hanno raggiunto il Comune di Rocca Pietore, pesantemente investito dall’ondata di maltempo che si è abbattuta sull’Italia.

«Siamo stati ricevuti dal sindaco, Andrea De Bernardin – ha comunicato telefonicamente il responsabile dei quattro volontari, Valerio Zucchelli – che ci ha indicato dove piazzare i nostri due generatori di corrente. Qui la situazione è allarmante: da giorni manca l’acqua in quanto l’acquedotto principale è stato spazzato via da una frana, le linee telefoniche non funzionano, la corrente elettrica manca da diversi giorni, innumerevoli alberi sono stati abbattuti dalla furia del vento, ostruendo anche le strade».

Anche nel nostro territorio gli alpini si sono mobilitati e stanno tuttora lavorando nelle zone più colpite da frane e smottamenti, come per esempio in Valle di Scalve.

«Nei giorni scorsi sono entrati in azione almeno una ventina di gruppi, con oltre cento volontari per agire nelle situazioni di emergenza ovunque ci siano state esondazioni, come per il Cherio», ricorda Giuseppe Manzoni, responsabile della Protezione civile dell’Associazione nazionale alpini della sezione di Bergamo.

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