L’Università dà un forte taglio alle tasse
Agevolazioni per le famiglie in difficoltà

L’Ateneo pronto a varare tre capitoli di esenzioni per l’iscrizione al prossimo anno accademico. Il rettore: «Integriamo le risorse garantite dal governo con nostri fondi per venire incontro agli studenti».

Un aiuto concreto alle famiglie degli studenti, ben oltre le misure garantite dai fondi governativi. L’università di Bergamo non si limiterà a recepire le direttive e le risorse straordinarie stanziate dal ministero per ampliare le fasce di esenzione delle rette universitarie. L’ateneo bergamasco estenderà il sostegno in modo graduale fino alla fascia Isee oltre i 30 mila euro. Un segnale chiaro in un periodo non facile per molte famiglie bergamasche colpite dall’emergenza coronavirus e dalle conseguenze economiche del lockdown.

Gli interventi si possono racchiudere in tre capitoli. Il primo riguarda la fascia Isee più bassa. La «no tax area» prevista a livello nazionale, cioè il limite entro cui gli studenti non devono pagare le rette universitarie, è ferma a 13 mila euro. UniBg aveva già approvato un ampliamento fino ai 18 mila euro. Grazie a un nuovo fondo di 50 milioni garantito dal ministero a tutte le università, sarà possibile alzare la soglia di esenzione fino ai 20 mila euro di Isee.

Il secondo capitolo riguarda la fascia tra i 20 e i 30 mila euro. In questo caso i milioni messi dal governo sono 65 e permetteranno alle università di studiare una serie di soluzioni a seconda delle singole esigenze. La base di partenza è una formula progressiva con l’80% di sconto tra i 20 e i 22 mila euro fino al 10% tra i 28 e i 30 mila. Ma Bergamo sta valutando iniziative ad hoc sulla base di alcune simulazioni che possano sostenere un ampio numero di studenti. Il rettore Remo Morzenti Pellegrini conferma che «faremo proposte alla consulta e tutti gli organi universitari per venire ulteriormente incontro agli studenti e alle loro famiglie». L’articolazione delle agevolazioni verrà resa nota nei prossimi giorni al termine del confronto interno.

La novità più importante però riguarda chi rientra nella fascia oltre i 30 mila euro di reddito Isee, ma che è stato particolarmente colpito dalla crisi. Documentando le conseguenze economiche dovute alla chiusura totale, si potrà accedere a un’esenzione parziale o totale. «In questo caso - continua il rettore - l’università utilizzerà i fondi garantiti dal governo, ma metterà anche risorse specifiche».

Tre nuovi livelli di intervento, quindi, che si sommano alle tante opportunità già previste prima del coronavirus, nel segno della meritocrazia e della qualità. Due temi che si inseriscono nel dibattito scatenato negli ultimi giorni da alcune Regioni del Sud che quest’anno hanno promesso l’azzeramento delle tasse - una tantum - agli studenti fuorisede che decidono di rientrare. «Le varie posizioni che sono emerse dal dibattito evidenziano una specie di «guerra per la sopravvivenza» in corso tra gli Atenei del nostro Paese - ha spiegato Remo Morzenti Pellegrini in un editoriale pubblicato domenica 19 luglio su L’Eco -, ma perdono forse di vista che per il rilancio delle Università, di tutte le Università del sistema nazionale, la questione degli incentivi economici ha senso se, e soltanto se, va di pari passo con la qualità della didattica e della ricerca che i singoli Atenei possono offrire. È noto in tutto il mondo come il nostro territorio sia stato colpito con severità dal virus e quale sia stato il prezzo – purtroppo altissimo – che abbiamo pagato in termini di vite umane: andare oltre queste attenzioni, però, significa distorcere la prospettiva e trasformare la concorrenza legittima tra gli Atenei in un’occasione per far perdere credibilità al sistema universitario nel suo complesso».

Nella direzione della meritocrazia l’università di Bergamo ha confermato il programma «Top Ten Student», che prevede agevolazioni fino all’esenzione per gli studenti che ottengono da 85 a 100 all’esame di stato. Ma le opportunità - dalle borse di studio alla tariffa «flat» per i trasporti pubblici - sono molte e articolate. «La nostra stella polare è la qualità dell’offerta formativa - conclude il rettore -. È lì che continueremo a investire, così come sugli spazi, sulla didattica, sull’innovazione».

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