Medici morti per il virus: sì al fondo per le famiglie

Dopo le proteste, finanziati gli indennizzi per i professionisti deceduti durante la pandemia e senza copertura Inail. La Bergamasca ha pianto 31 medici, compresi 10 camici bianchi che esercitavano come medici di base, spenti dal virus nelle fasi iniziali della pandemia.

Una settimana dopo, lo strappo sembra essere ricucito. La scorsa settimana il Senato affossava l’emendamento per istituire un indennizzo da 100mila euro per i familiari dei professionisti sanitari morti a causa del Covid, suscitando amarezza e rabbia di parenti e colleghi. Venerdì sera, invece, il governo ha messo all’ordine del giorno il finanziamento di un fondo destinato alle famiglie di medici e odontoiatri caduti nella pandemia e privi di copertura Inail: un passo in avanti per dare risposta alle proteste che si erano sollevate con vigore. La Bergamasca ha pianto 31 medici, compresi 10 camici bianchi che esercitavano come medici di base, spenti dal virus nelle fasi iniziali della pandemia, la gran parte ammalatisi sul campo nella cura quotidiana dei pazienti, quando del virus ancora si sapeva poco e le mascherine non erano fornite. Sono stati complessivamente 370 i medici e gli odontoiatri morti durante la pandemia in Italia: 216 erano medici di famiglia, del «118», guardie mediche, specialisti ambulatoriali o liberi professionisti, 30 invece gli odontoiatri.

«Accogliamo l’annuncio con soddisfazione – commenta Guido Marinoni, presidente dell’Ordine dei medici di Bergamo –, anche se questo riconoscimento era un atto dovuto. La proposta di dedicare un indennizzo ai familiari dei medici senza copertura Inail (principalmente i medici di base, ndr) è una scelta ragionevole. Ma questo non è un ragionamento sul welfare: il ragionamento è che questi medici sono morti sul campo in quella che è stata una sorta di guerra, e sono morti perché non avevano a disposizione i dispositivi di protezione individuale che era stato fatto divieto di acquistare». «È una questione di giustizia, un fatto etico prima ancora che economico – le parole di Filippo Anelli, presidente della Federazione nazionale degli Ordini dei medici –. Si viene così a sanare una grave ingiustizia, che vedeva abbandonate a se stesse circa 250 famiglie, che al dolore per la perdita aggiungevano la tribolazione economica. Mentre infatti i medici dipendenti hanno copertura Inail, questo non vale per i liberi professionisti e per medici convenzionati, che costituiscono oltre la metà dei medici scomparsi». L’indennizzo – si attende il testo definitivo del provvedimento annunciato dal governo per capirne il perimetro – dovrebbe essere esteso anche agli infermieri (in Bergamasca nella prima ondata morì un infermiere): si tratta di «un importante riconoscimento per il valore dell’azione che hanno svolto contro la pandemia, fino a dare la vita per difendere e tutelare la salute dei cittadini», sottolinea in una nota la Federazione nazionale degli ordini delle professioni infermieristiche.

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