Omicron nella Bergamasca, analisi su altri dieci casi sospetti

Covid, la nuova variante: avanti coi test dopo i primi 5 positivi. Dalle scuole la maggioranza dei tamponi sotto esame.

Ancora su, i nuovi contagi da Sars-Cov2 sabato 18 dicembre hanno fatto registrare numeri molto alti, in Bergamasca, e con ogni probabilità è la variante Omicron a farla da padrona, la sua contagiosità sembra essere davvero elevata. Il bollettino epidemiologico di ieri certifica tre record assoluti nella quarta ondata della pandemia; il primo: 370 nuovi casi in Bergamasca, un numero così alto non si registrava dallo scorso 1° aprile (in quell’occasione 427 casi su 58.888 tamponi effettuati in tutta la Regione). Giovedì i casi in provincia erano 321 e venerdì 281.

Record di contagi anche nell’intera Lombardia, con 6.119 casi accertati (venerdì erano 5.590 e il giorno prima 5.304), sulla base di 149.675 test processati (in questo caso per un dato più alto bisogna risalire al 12 marzo, quando si contarono 6.262 nuovi positivi con 60.954 tamponi). E ieri si è registrata anche la percentuale più alta a livello regionale del tasso di positività (rapporto tra test e contagiati giornalieri) nella quarta ondata, pari al 4% (il 3 maggio ultima volta con un tasso superiore al 4%, pari a 4,1%).

D’altronde la crescita è certificata anche in tutta Italia, e da domani altre regioni diventeranno gialle: è l’effetto Omicron, con ogni probabilità. Soltanto venerdì i casi certificati in tutta Italia erano 55, ieri le sequenze positive erano già salite a 84. E questi sono solo i casi noti, certificati dai test. Molti altri esami sono in corso.

Nuovi sequenziamenti

In Bergamasca il laboratorio di Microbiologia dell’Asst Papa Giovanni XXIII ne ha isolati 5, ma si è certi che nel giro di pochissimo tempo i casi ufficiali saliranno. Non a caso, proprio nell’esame dei tamponi arrivati in laboratorio ci sarebbero una decina di altri casi sospetti Omicron: test positivi, già sottoposti al primo screening per la selezione delle varianti e per i quali si aspetta l’esito del sequenziamento completo, per il quale serve tempo. «Fino a mercoledì probabilmente non ci saranno gli esiti – spiega Claudio Farina, direttore dell’Unità di Microbiologia e Virologia dell’Asst Papa Giovanni XXIII di Bergamo – ma posso confermare che si tratta di casi sospetti Omicron, la certezza ancora non c’è, così come non si sa ancora nulla delle possibili cause di trasmissione. Noi riceviamo i tamponi e li analizziamo». Il compito del contact tracing, della ricostruzione della catena dei contagi e dell’individuazione dei cosiddetti «contatti» dei nuovi positivi spetta infatti all’Ats, Agenzia per la tutela della salute, che ha già attivato una task force «dedicata» esclusivamente ai casi di Omicron. Intanto, in merito alla decina di nuovi sospetti trapela che almeno 8 derivino anche questi, come 4 dei primi cinque casi di Omicron individuati in Bergamasca, dalle cosiddette «linee scuola» dei tamponi. Si tratterebbe, insomma, di infezioni rilevate in ambito scolastico, se sia una catena di trasmissione collegata ai primi 5 casi non è ancora chiaro. I nuovi casi sospetti comunque riguarderebbero, tranne un 57enne, persone tra i 18 e i 25 anni.

I focolai

Quello che è certo, per quanto riguarda i primi 5 casi di infezione da variante Omicron, è che 4 di questi sono in ambito scolastico, farebbero parte di un «focolaio» in Valle Brembana (ma non è stato reso noto in quale istituto o struttura); tra questi una donna di San Giovanni Bianco e un uomo di 40 anni, entrambi appartenenti a personale scolastico, e altri due, tra questi una donna, di più giovane età. Ieri i laboratori della Microbiologia del «Papa Giovanni» hanno analizzato almeno una novantina di tamponi già prenotati a San Giovanni Bianco proprio per «linee scuola» e per il contact tracing di diversi focolai di contagio in Valle Brembana, con ogni probabilità anche contatti dei quattro positivi alla Omicron. Il quinto, come è stato confermato ieri e già reso noto venerdì, non sarebbe legato all’ambito scolastico: si tratterebbe di un uomo già in cura al «Papa Giovanni» di Bergamo per altre patologie e che, per controlli legati alle prestazioni ambulatoriali e terapeutiche che doveva ricevere, è stato sottoposto a tampone risultando positivo alla Omicron. Le procedure di sicurezza in ospedale sono già scattate, e non c’è alcun allarme: il personale entrato in contatto con il positivo è stato sottoposto ai test di rito, e si stanno rintracciando gli altri utenti che hanno frequentato la stessa area ambulatoriale, per eventuali tamponi di controllo. L’uomo, a quanto risulta, non vive in Valle Brembana, ma nella Bassa, pare nella zona di Fontanella: quindi, anche qui verrà avviata la ricostruzione dei contatti.

La variante Omicron e l’aumento dei contagi stanno facendo «lievitare» il numero di tamponi da analizzare in carico al laboratorio di Microbiologia, e a questo si aggiunge tutto il sequenziamento da effettuare in via privilegiata per la «flash survey» nazionale fissata per domani; il ministero intende esaminare il report sul sequenziamento di un numero di campioni statisticamente significativo raccolti in 24 ore: non è un caso, peraltro, che il ministero ipotizzi di chiedere un potenziamento del lavoro degli oltre 70 appositi laboratori nelle varie Regioni, che riversano i dati nella piattaforma per la sorveglianza genomica delle varianti presenti nel Paese. E tra questi laboratori c’è quello del «Papa Giovanni» di Bergamo.

«Il lavoro sta aumentando moltissimo, e per questi sequenziamenti servono tempo, esperienza, ma anche attrezzature e materiale – rimarca Farina –. È un problema globale. Intanto, va intensificata da un lato la campagna per i vaccini, dall’altro non bisogna dimenticare che insieme ai vaccini ci sono accorgimenti essenziali da utilizzare sempre contro i contagi: le mascherine, il lavaggio delle mani, evitare gli assembramenti, i contatti ravvicinati. Sembra che in molti lo stiano dimenticando». E questo non fa che favorire i contagi, soprattutto ora che si sta rapidamente diffondendo la variante Omicron. In Lombardia si registra un 61% di casi in più in 7 giorni, mentre in provincia il dato è del 48% di positivi in più. Quanto all’incidenza dei casi settimanali ogni 100 mila abitanti, si è raggiunto il valore 300,3 in regione e 151,5 nel territorio provinciale. I soggetti attualmente positivi in Lombardia sono 63.117 e 61.740 quelli in isolamento domiciliare. Per quanto riguarda le altre province lombarde, oltre a Bergamo con 370 casi come si è detto, ieri 2.316 i positivi segnalati a Milano, 570 a Brescia, 299 a Como, 203 a Cremona, 121 a Lecco, 133 a Lodi, 186 a Mantova, 598 a Monza e Brianza, 286 a Pavia, 86 a Sondrio e 537 a Varese. Sono 24 i decessi nella regione, che portano il totale a 34.718 da inizio pandemia. Numeri in linea con i giorni precedenti (26 vittime venerdì e 20 giovedì), mentre nella Bergamasca si sono segnalati 2 decessi riconducibili al Covid (anche l’1 e 7 dicembre si erano registrate 2 vittime giornaliere), con il totale aggiornato a 3.716 decessi ufficiali da febbraio 2020. Morti in aumento: dall’1 al 18 novembre si erano registrate 2 vittime (4 nell’intero mese), dall’1 al 18 dicembre sono già state accertate 11 vittime. Il numero complessivo dei contagiati in provincia è di 62.325 da inizio epidemia

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