Over 60, i non vaccinati sono ancora 43 mila . «Il mix un’eccezione»

Questo il dato in Bergamasca dove l’opera di convincimento è affidata soprattutto ai medici di base. La Regione: «L’eterologa è limitata a casi eccezionali».

Le percentuali sono da immunità, teoricamente. Nella pratica concreta c’è però chi ancora sfugge dal «recinto» della protezione vaccinale, correndo un rischio elevato: perché il virus, con le sue conseguenze cliniche più acute, morde soprattutto in quella fascia d’età. Gli ultrasessantenni rappresentano quasi un terzo della popolazione bergamasca, una platea da più di 325 mila persone in tutta la provincia, e 280 mila di loro (più dell’85%) sono stati messi in sicurezza o già con entrambe le dosi (quasi 190 mila) o con una prima inoculazione (90 mila), e un altro paio di migliaia ha in tasca la prenotazione per la prima puntura. Calcolatrice alla mano, usando come riferimento i dati comunicati dall’Ats lo scorso 2 luglio al traguardo del milione di somministrazioni, resta tuttavia sguarnito un «ultimo miglio»: oltre 43 mila bergamaschi sopra i sessant’anni resta al momento fuori dalla campagna vaccinale, il 13% del maxi-scaglione anagrafico . Riuscire a recuperarli appare decisivo, oggi e soprattutto in vista dell’autunno. Ma non è facile: per provarci, da più livelli si prova a far leva sui medici di base, per lo stretto rapporto di fiducia con i pazienti.

«Complessivamente l’adesione tra gli over 60 è stata importante: quelli che non hanno aderito non sono moltissimi», premette Guido Marinoni, presidente dell’Ordine dei medici di Bergamo. Che fare, però, con chi è restìo? «Ho seri dubbi sul fatto che chi non si è presentato sino a oggi si presenterà in futuro. Gli unici che possono fare azione di convincimento sono i medici di base, ma quest’azione l’hanno fatta sin dall’avvio della campagna – rimarca Marinoni –. Rendere la campagna più di prossimità, poter fare le vaccinazioni negli studi dove le condizioni ci sono, creare degli hub più piccoli e capillari: sono tutte buone idee, ma realisticamente non è questo a frenare gli ultimi over 60. Magari, più nello specifico, con questi accorgimenti si possono recuperare i pochissimi ultraottantenni o ultranovantenni non vaccinati». I numeri, appunto, insistono soprattutto sul primo segmento del target: tra i 60 e i 69 anni la quota di chi «sfugge» alla campagna vaccinale – cioè chi non si è ancora prenotato – è infatti al 16%, pari a una platea di circa 22 mila bergamaschi, mentre si scende all’11% tra i 70-79enni (pari a quasi 12 mila persone) e al 10% tra gli 80 e gli 89 anni (circa 6 mila persone), con un rimbalzo al 17% tra gli over 90 (2.500 circa).

Lunedì 5 luglio, intanto, una nota della Direzione generale Welfare della Regione ha puntualizzato i margini per il richiamo eterologo agli ultrasessantenni che hanno ricevuto come prima dose AstraZeneca: «A oggi», scrive il dg Giovanni Pavesi rifacendosi alle indicazioni del ministero della Salute e dell’Aifa, il «mix» resta riservato solo alle persone con meno di 60 anni, ma vi sono comunque alcune «situazioni cliniche che controindicano l’effettuazione della seconda dose con vaccino a vettore virale (quale appunto AstraZeneca, ndr), casi nei quali è opportuno completare il ciclo con vaccino mRna». In sostanza, gli over 60 che hanno ricevuto come prima dose AstraZeneca possono avere come seconda dose Pfizer o Moderna non a propria richiesta, ma per esempio se hanno manifestato «reazioni avverse importanti» dopo la prima iniezione, oppure se tra la prima inoculazione e il richiamo si è osservato «il subentro di patologie che indichino l’uso preferenziale di vaccino mRna». «Fino a diversa indicazione di Aifa e del ministero», specifica la Regione, la vaccinazione eterologa negli over 60 «si configura come “off label”», ovvero come caso eccezionale.

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