Raccolta fondi per l’Ucraina: c’è anche la Camera di commercio

La sottoscrizione Si unisce alla cordata di partner che sostengono la raccolta fondi organizzata dalla Caritas. Mazzoleni: «Intervento nel segno dell’accoglienza, di cui anche il tessuto economico e sociale potrà beneficiare».

A più di un mese dal varo e con una raccolta che ha abbondantemente superato il milione di euro, la sottoscrizione «Un aiuto per l’Ucraina» trova ulteriore linfa grazie a una nuova partnership. La Camera di commercio si è unita infatti alle tante istituzioni che nelle scorse settimane avevano già scelto di aderire alla raccolta fondi promossa dalla Caritas insieme a L’Eco di Bergamo e alla Fondazione della Comunità Bergamasca per sostenere le attività di accoglienza e i progetti d’integrazione della popolazione ucraina in provincia di Bergamo. Nel frattempo il contatore ha raggiunto nella giornata di martedì 12 aprile la cifra di 1.099.113,82 euro; una somma che rappresenta lo specchio di migliaia di piccole e grandi donazioni, che continuano ad arrivare grazie anche al coinvolgimento spontaneo di tanti bergamaschi.

Entra un nuovo partner nella cordata di solidarietà

La Camera di commercio allunga così la cordata di partner di cui fanno parte anche Ascom, Bergamonews, Confindustria, Confcooperative, Università, Ance, Fondazione Mia, il Consiglio Notarile di Bergamo, il Consorzio dei Pasticceri Artigiani e gli Ordini dei consulenti del lavoro e dei commercialisti. «In situazioni di emergenza umanitaria – ha detto il presidente Carlo Mazzoleni – lo spirito di solidarietà è fondamentale per contribuire ad alleviare la sofferenza di chi si è dovuto mettere in salvo abbandonando la propria casa».

«In situazioni di emergenza umanitaria – ha detto il presidente Carlo Mazzoleni – lo spirito di solidarietà è fondamentale per contribuire ad alleviare la sofferenza di chi si è dovuto mettere in salvo abbandonando la propria casa»

La scelta di aderire alla sottoscrizione è stata votata all’unanimità dalla giunta camerale nella seduta di settimana scorsa; si tratta di un evento piuttosto inusuale per l’ente, che per mestiere e vocazione gestisce denari pubblici a sostegno delle imprese e che in passato aveva devoluto fondi in seguito a calamità naturali, ma sempre nell’ottica di aiutare le aziende in difficoltà: «In questo caso – ha aggiunto Mazzoleni – abbiamo ritenuto che ci fossero le condizioni per un intervento nel segno dell’accoglienza, di cui anche il tessuto economico e sociale potrà beneficiare. Abbiamo voluto farlo condividendo la volontà di esprimere in modo concreto la vicinanza e la solidarietà alla popolazione ucraina, e abbiamo ritenuto di aderire proprio a questa raccolta fondi innanzitutto per la serietà degli interlocutori e di chi gestisce le risorse, e per dare un segnale concreto di partecipazione, provando a contribuire nel limite del possibile a risolvere qualche criticità».

L’appoggio alle strutture che ospitano i profughi

I primi fondi sono già stati destinati nelle scorse settimane alle strutture che in città si sono mobilitate fin dai primi giorni di guerra per accogliere le famiglie di rifugiati, alle quali – solo nell’ambito dell’attività della Caritas – sono stati messi a disposizione circa duecento appartamenti. «Sappiamo che le criticità sono molte – ha detto ancora il presidente della Camera di commercio –, ma quella relativa all’accoglienza dei profughi è senz’altro umanamente la più significativa. L’azione di questa raccolta fondi ci vede solidali e allineati negli scopi, anche per questo crediamo sia opportuno sostenerla».

È significativo il fatto che, com’era già successo per altre categorie produttive, gesti di solidarietà come questo arrivino da imprenditori che dopo le difficoltà dei due anni di Covid, ora subiscono gli strascichi di un conflitto che ha fatto piombare di nuovo l’economia in una crisi di cui ancora non si percepiscono i contorni.

È significativo il fatto che, com’era già successo per altre categorie produttive, gesti di solidarietà come questo arrivino da imprenditori che dopo le difficoltà dei due anni di Covid, ora subiscono gli strascichi di un conflitto che ha fatto piombare di nuovo l’economia in una crisi di cui ancora non si percepiscono i contorni: «Eravamo in una fase di ripresa post pandemia – ha ricordato Mazzoleni – e gli eventi bellici in Ucraina hanno creato di nuovo un momento di forte discontinuità. Molti settori dell’economia bergamasca, come la manifattura artigianale e industriale, avevano quasi recuperato – e in qualche caso anche superato – i livelli pre-pandemia, e le previsioni per il 2022 erano tutte intonate all’ottimismo. Gli eventi bellici hanno fatto precipitare di nuovo la situazione, seppure qualche segnale preoccupante si era già avvertito nella seconda metà dell’anno scorso con l’aumento dei costi dell’energia e del gas. E la situazione potrebbe ulteriormente peggiorare, facendoci tornare tecnicamente in recessione già a partire dal prossimo trimestre».

Nonostante questo, attraverso la sottoscrizione «Un aiuto per l’Ucraina» (e non solo), il sostegno dei bergamaschi a chi ha più bisogno non è mancato: «In un momento in cui tutti stanno facendo i conti con una ripresa dell’inflazione, il merito per questo slancio di generosità è doppio – ha rimarcato Carlo Mazzoleni –. Un territorio accogliente e vicino ai problemi sociali dà un forte segnale di forza, che va senz’altro nella direzione di un interesse per l’intera collettività, al di là del tessuto economico».

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