Scuola, rientro in classe al 50%
Verso l’intesa con il Governo

Oggi Conferenza Stato-Regioni: si tratterà anche dei fondi per i bus.
L’invito di Trenord: dove possibile lasciamo le ore di punta agli studenti.

Prove tecniche di rientro. Regione Lombardia, Anci e Upl (le associazioni che raccolgono rispettivamente i Comuni e le Province) hanno spedito all’attenzione del premier Giuseppe Conte e a diversi ministri del suo Governo le proprie osservazioni sulla ripartenza di gennaio. Proposte che sembrano destinate ad avere buon esito, in particolare quella della riduzione della lezioni in presenza dal 75%, come da decreto, al 50. O meglio, partire da quest’ultimo livello per arrivare progressivamente al 75 sulla scorta del monitoraggio del trasporto pubblico locale e (ovviamente) dei livelli dell’epidemia. Oggi è in programma una riunione della Conferenza Stato-Regioni dove si potrebbe trovare l’intesa, anche sui fondi aggiuntivi chiesti dalle Regioni per il potenziamento delle corse: 130 milioni per la sola Lombardia.

La lettera dalla Lombardia

Dal tavolo in Prefettura venerdì scorso è uscito un assetto condiviso con scuole e aziende di trasporto che prevede un ritorno in aula il 7 gennaio al 75% in presenza con 2 fasce orarie d’ingresso (8 e 10) e 4 in uscita (12, 13, 14 e 15). L’offerta di corse resterà immutata anche nel caso le lezioni in presenza dovessero scendere al 50%, come richiesto da Regione, Comuni e Province.

Nella lettera si evidenzia come «i dati disponibili confermano che la scuola non sia un luogo “super diffusore” del contagio», ma che il rischio «è sicuramente maggiore in relazione al possibile affollamento dei mezzi di trasporto quanto più il flusso di studenti si aggiunge a quello di altre platee nelle ore di punta». Per questo, oltre ad una prudente progressione della percentuale di lezioni in presenza, la condizione imprescindibile è l’incremento del ricorso allo smart working e la rimodulazione degli orari di lavoro e delle attività commerciali e dei pubblici esercizi»,. Richiesta già inoltrata, ricordano i firmatari Attilio Fontana per la Regione, Mauro Guerra per Anci Lombardia e Vittorio Poma per Upl, già lo scorso 6 maggio,e rimasta evidentemente inevasa. Ma oggi si potrebbe trovare un abbozzo d’intesa anche su questo punto.

«Non si può viaggiare tutti alle 7»

Nel frattempo anche Trenord si prepara ad un 7 gennaio sempre più vicino e invita «tutti i clienti a favorire innanzitutto gli studenti nell’utilizzo dei treni scegliendo per quanto possibile, soluzioni di viaggio fuori dalle ore di punta».

Con il 50% della capienza, già da metà dicembre con il cambio orario Trenord «ha potenziato il servizio e rinforzato le composizioni arrivando ad offrire oltre 1 milione e 41 mila sedili, 21 mila in più del 2019». Ma l’ad Marco Piuri osserva come «il sistema della mobilità sia ovunque saturo nelle ore di punta, sulle strade come sui binari. Non si può ripartire tutti alle 7 del mattino». E in merito ai rischi di contagio nei trasporti taglia corto e parla di «campagna mediatica senza basi scientifiche che ha decretato che i mezzi pubblici sono pericolosi e fonte di contagio. Pagheremo per anni questo deterioramento della percezione del servizio pubblico».

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