Sempre più bassa l’età del primo spinello
«Per il cervello dei giovani rischi maggiori»

Secondo i dati dello studio Espad l’uso di droghe e alcol sempre più diffuso tra i quindicenni. Il professor Giovanni Biggio ha indicato le conseguenze sull’encefalo: «In età adolescenziale perde dinamicità».

È il periodo più delicato perché il processo di formazione del cervello: durante l’adolescenza si sviluppa la corteccia frontale, l’area che orienta le decisioni, le motivazioni, la personalità. L’età della giovinezza è, dunque, cruciale per completare questa evoluzione.

Alcol, stili di vita scorretti come la privazione del sonno, ma soprattutto l’assunzione di droghe, interferiscono in questo processo di formazione del cervello, con conseguenze profonde sull’organo: disturbi del comportamento, depressione sono solo alcuni esempi. «Ecco perché - spiega Giovanni Biggio, docente emerito di Neuropsicofarmacologia dell’Università degli Studi di Cagliari - soprattutto in questa fase della vita, il cervello deve essere preservato, evitando principalmente di assumere alcol e droga, dormendo tra le otto e le dieci ore per notte».

Consigli lanciati ieri nell’ambito delle iniziative di BergamoScienza durante l’incontro promosso dall’associazione Atena Bergamo rappresentata dalla vice presidente Lucrezia Martino. Un incontro - al quale hanno partecipato anche la psichiatria del Papa Giovanni Emi Bondi e il direttore sanitario della Fondazione Emilia Bosis Carlo Saffioti, - che assume ancora più importanza alla luce dei dati sui consumi di stupefacenti: si inizia sempre prima, già a 15 anni i ragazzi (talvolta anche prima) assumono droghe.

I consumi

Secondo lo studio Espad (European school survey project on alcohol and other drugs) realizzato dall’Istituto di fisiologia clinica del Consiglio nazionale delle ricerche su mandato dell’Ats di Bergamo, in collaborazione con il proprio Osservatorio dipendenze, si sta abbassando l’età in cui ci si avvicina a sigarette, droghe o alcol.

La fascia dei 15enni ha confermato di aver fumato sigarette nel 45,5% dei casi, il 12,3% lo ha fatto quotidianamente nell’ultimo anno, il 60,5% ha bevuto alcolici nell’ultimo anno. Il 14,1% ha avuto eccessi alcolici almeno una volta nella vita, il 20,6% ha provato il binge drinking nell’ultimo mese, ossia ha bevuto in un breve lasso di tempo sei o più cocktail. Il 22% dei minorenni e il 15% dei 15enni ha consumato almeno una droga nel corso della propria vita. Tra i comportamenti considerati a rischio, c’è, il poliabuso, cioè la frequente associa zione tra diverse sostanze stupefacenti oppure tra sostanze stupefacenti e alcol con conseguente aumento dei rischi per la salute.

Un cervello fragile

Come spiega Giovanni Biggio nel corso dell’adolescenza, «il cervello ha una peculiarità anatomica e neurochimica: l’area limbica, cioè l’area comprendente i nuclei che controllano le nostre emozioni, è molto sviluppata, quindi un adolescente è anatomicamente predisposto a vivere le emozioni in modo più intenso.

Quest’area con gli anni si riduce per diventare adulta. Crescerà, invece, la corteccia cerebrale, quell’area cruciale perché controlla i processi cognitivi-esecutivi e quindi le nostre decisioni, le nostre motivazioni, sostanzialmente la nostra vita». Se, dunque, i giovani vivono appieno le emozioni e non hanno ancora sviluppato un forte senso inibitorio, proprio per come il cervello si sta modificando, sono più vulnerabili: «Di fronte a un comportamento trasgressivo – continua Biggio - la corteccia cerebrale darà il segnale che quell’esperienza “sarà bella”, ma non sarò ancora in grado di dire “ma è meglio non farla”».

E così il rischio di provare droghe e alcol è ancora più alto: «E le conseguenze dell’assunzione di queste sostanze sono serie su un cervello che si sta formando, perderà la grande dinamicità e plasticità che lo caratterizza. La corteccia frontale non sarà più in grado di esprimere, ad esempio, il senso inibitorio. Si avranno stati depressivi, perdita della motivazione, del buon umore». Ma non ci sono solo le sostanze a interferire in questo processo: «Anche stili di vita scorretti possono essere pericolosi – continua il docente – ad esempio la privazione del sonno, spesso causata dall’uso eccessivo degli smartphone. Nell’età adolescenziale la notte è il momento in cui si rigenerano nuovi neuroni, ciò significa sviluppare il cervello. La privazione del sonno porta a problemi dell’umore, riduzione dello stato di benessere, fino ad arrivare all’aggressività, che si manifesta anche con bullismo e cyber bullismo, oltre a gesti di autolesionismo e addirittura al suicidio».

Ma tali processi negativi sono reversibili: «Si può recuperare, ma non sempre è possibile. Serve saper trovare la motivazione che si trovano nell’ambiente che deve essere positivo, stimolante per superare la fragilità».

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