Addio a Capogrosso, batterista da star

IL LUTTO. Aveva 78 anni, era stato colpito da un infarto. Iniziò nei Raminghi con Mussita, poi Bennato, Banco, Pfm, Battiato.

Il mondo musicale bergamasco piange la scomparsa di Michele Capogrosso, batterista di 78 anni protagonista della scena locale e nazionale fin dagli anni Sessanta.

Dopo un’infanzia a suon di musica, con la madre gli che regalò da bambino la sua prima batteria, Capogrosso, soprannominato negli anni «Gufo», iniziò ufficialmente la sua carriera a 16 anni, entrando nei Raminghi, storico gruppo bergamasco di Franco Mussita, a metà strada tra un beat di ispirazione psichedelica e il primo rock progressivo. Chiusa quell’esperienza, il batterista passò ai Terza Classe, uno tra i primi trii rock della scena italiana con cui registrò un 45 giri, «Animal Love», vinile «cult». Condivise questa avventura agli inizi degli anni ’70 con il chitarrista Mario Pasotti (maestro di arti marziali e padre del noto attore Giorgio Pasotti) e il tastierista Titta Colleoni. Da questo gruppo si formarono poi i Perdio, formazione che per sei anni, sempre negli anni ’70, dominò il panorama musicale locale e non solo. Accanto a Capogrosso e Colleoni, si affiancò Fulvio Monieri bassista e cantante di grande esperienza.

Dopo aver suonato in concerto con il Banco del Mutuo Soccorso, i musicisti vennero contattati dal produttore della Dischi Ricordi Sandro Colombini per suonare in studio con alcuni artisti di quella etichetta. Suonarono così nell’album d’esordio di Edoardo Bennato, «Non farti cadere le braccia». Successivamente il gruppo suonò anche come spalla di altri artisti, come Claudio Rocchi, Alberto Camerini, New Trolls Atomic System, Pfm, Tullio De Piscopo, Alan Sorrenti, Area, e anche con Franco Battiato, Il gruppo suonò anche di spalla ad artisti importanti come Claudio Rocchi, Alberto Camerini, Aktuala, New Trolls Atomic System, P.F.M., Tullio De Piscopo, Alan Sorrenti, Area, Franco Battiatonel corso del tour promozionale «Sulle corde di Aries» del 1973.

Capogrosso ha suonato infine negli ultimi 15 anni nel gruppo «Baraonda Nomade», tribute band riconosciuta direttamente dai Nomadi nel 2014. Nella sua attività musicale, la band ha eseguito una media di oltre 70 concerti live all’anno, aprendo importanti manifestazioni di beneficenza ed eventi nazionali dei fan club dei Nomadi.

Il saluto sui social

«Ciao amico, ciao maestro, ciao fratello – è il ricordo commosso pubblicato sui social dalla tribute band -. La musica non sarà più la stessa cosa. Adesso suona con gli angeli e, ogni volta che sentiremo un tuono, non avremo paura: sappiamo che ti starai divertendo. Sarai sempre con noi in ogni gesto».

Un infarto 4 mesi fa

Colpito da un infarto quattro mesi fa, Michele non è più riuscito a recuperare, spegnendosi nella giornata di ieri a causa di altre complicazioni. Lascia nel dolore la moglie Bruna, alla quale era legato dal 1970, e in figlio Nicola. Viveva con la famiglia a Dalmine ed era molto noto anche nei mercati della provincia per la sua attività di fiorista ambulante, ereditata dalla famiglia.

«Michele non era solo un amico, era un fratello – dice Richard Milella, aiutante factotum nei vari tour di Capogrosso e dei suoi gruppi- con cui abbiamo diviso gli anni ‘70, i più belli della musica, gli anni in cui tutto sembrava bello e facile. Con Titta e Fulvio erano arrivati a un passo dal riconoscimento nazionale, salvo poi cambiare improvvisamente il vento. Non si è fatto demoralizzare perché la batteria non era la sua passione ma la sua stessa vita. Ha suonato per una miriade di gruppi rock fino a trovare stabilità con gli amici della Baraonda. Se non mi vedeva al suo banchetto al sabato al parcheggio dello Stadio si preoccupava e mi tempestava di messaggi. Ciao Michele, se sentirò tuoni tra le nuvole saprò sicuramente che sei tu che ci saluti con le tue incredibili rullate».

Capogrosso era anche una cintura nera 4° dan dell’Accademia Budokwai del maestro Pasotti.

I funerali del musicista si terranno domani mattina alle 9 nella chiesa parrocchiale di Santa Caterina a Bergamo, quartiere dove era nato e cresciuto.

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