Amici per sempre, Roby a sorpresa canta con Dodi a Bergamo

Creberg Teatro. Fuori programma al concerto di Battaglia, la gioia della platea che vivono il racconto dell’avventura musicale dei due artisti.

Donato Battaglia dialoga con Dodi, con la «memoria» fuori campo, una voce impertinente che lo invita a raccontarsi. Presenta una selezione delle sue «leggendarie» chitarre e attraverso il suono di una e dell’altra ripercorre la sua avventura musicale, quella dei Pooh, della stessa musica italiana.

Il Creberg Teatro risponde, applaude, reagisce all’invito di cantare qualche pezzo, insieme a quel chitarrista di razza. In platea c’è anche Roby Facchinetti. Dodi lo invita, insieme cantano «In silenzio» e un altro scampolo di storia dei Pooh. Poche parole per ricordare i due concerti estivi della storica band e via, si torna alle corde delle chitarre che hanno segnato la vita musicale di Dodi.

Stavolta è lui il padrone assoluto del palcoscenico, accompagnato soltanto da quelle «amiche» che lo assecondano meglio di ogni altra cosa al mondo. Le chitarre diventano la rappresentazione visiva e sonora di un percorso musicale unico che Donato racconta svelando aneddoti e retroscena di un lungo cammino, vissuto anche oltre i cinquant’anni condivisi con gli «amici per sempre».

L’artista è accompagnato da una voce femminile fuori campo: una «signorina memoria» irriverente che lo punzecchia, lo interroga, lo stimola a scegliere uno strumento dopo l’altro. Dodi l’asseconda, si mette in gioco, sfida la sua «memoria» con ironia e voglia di farsi scoprire. Imbraccia la sua prima Eko 700, la Gibson Les Paul Deluxe di «Piccola Katy», una vecchia Stratocaster degli anni Cinquanta, la Dodicaster che la fabbrica più importante di chitarre nel mondo gli ha dedicato. La memoria va dai Rokes a «Parsifal»: dal beat al prog sul filo dell’evoluzione sonora.

Nella performance teatrale, «Nelle mie corde…», sabato sera, quel percorso diventa cartina di tornasole della storia e dell’evoluzione della musica italiana, delle personali esperienze in scena e nelle sale d’incisione, spesso con colleghi del calibro di Vasco Rossi, del suo produttore, amico e chitarrista Guido Elmi.

All’inizio lo spettacolo serba tratti più teatrali, con le canzoni a far da didascalia ai racconti, poi la musica prende altro spazio e la scrittura di Fausto Brizzi lascia campo al racconto delle canzoni, a un karaoke sentimentale, condiviso. Quando c’è l’omaggio a Stefano D’Orazio l’attimo si fa commovente per tutti. Alla fine arriva in scena anche la «signorina memoria» Eleonora Lombardo, attrice, cantante, aiuto regista. Una rivelazione con chitarra elettrica che celebra Dodi e il suo talento. Chiama il pubblico sotto il palco sapendo bene che nessuno fermerà la musica.

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