Bergamo Jazz, a Ponte Nossa Trovesi incanta con gli Nrg Bridges - Video

Concerto Gianluigi Trovesi e i fratelli Alberto e Adalberto Ferrari si sono esibiti sabato 30 aprile nel Santuario della Madonna delle lacrime.

Raggiunge l’obiettivo finalmente, dopo le traversie degli scorsi mesi, la trasferta fuori porta di Bergamo Jazz, festival che scopre ora una vocazione nomade risalendo le strade della Valle Seriana e approdando a Ponte Nossa. Sulle orme di un prezioso sponsor, Uniacque, il festival è stato ospitato sabato pomeriggio nel Santuario della Madonna delle lacrime. Un’ospitalità offerta in sostituzione del previsto concerto alla sorgente Nossana, causa l’ostile assedio dell’acqua piovana. Il festival, che sempre più si propone con la forza di un brand che supera i confini del tradizionale festival primaverile, ha portato in scena i legni dell’orobico Gianluigi Trovesi e dei fratelli Alberto e Adalberto Ferrari, sotto l’egida di Nrg Bridges.

Gianluigi Trovesi a Ponte Nossa con gli Nrg Bridges. Video di Luciano Rossetti

Il loro disco, licenziato lo scorso anno da Parco della musica, «Intertwined roots» (radici intrecciate), si è guadagnato il secondo posto tra i migliori dischi italiani del 2021 nel referendum della rivista «Musica jazz». Eccoli dunque dar vita alle ance dei loro clarinetti, dopo che istituzioni e sponsor hanno preso la loro quota di parola e dopo che il parroco don Alessandro Angioletti ha illustrato le mirabolanti vicende che associano da secoli al miracolo del 1511 il feroce coccodrillo che dalla navata accoglie visitatori e fedeli.

La musica dei tre intreccia ponti e congiunge radici, a partire però da una solida matrice che, proprio sulla scia del modello impresso in Italia e Europa da Trovesi, coniuga improvvisazione e musica colta, creatività estemporanee e struttura.

Pregio di questo gruppo è quello di collocare l’estro straordinario di Trovesi entro coordinate nuove

Pregio di questo gruppo è quello di collocare l’estro straordinario di Trovesi entro coordinate (e composizioni, spesso di aforistica brevità) nuove, privilegiando quella componente cameristica che è parte dell’universo creativo del polistrumentista di Nembro, con riferimento al primo Novecento, sia quello astratto e sperimentale che quello da cabaret e salon musik. Trovesi ama accompagnare l’ascolto ad immagini e narrazioni che consentano agli ascoltatori di cercare la loro bussola dentro le spesso imperscrutabili alchimie sonore della musica assoluta.

Il loro disco, «Intertwined roots» (radici intrecciate), si è guadagnato il secondo posto tra i migliori dischi italiani del 2021 nel referendum della rivista «Musica jazz»

Anche sabato ogni pezzo del concerto, dedicato alla memoria di Roberto Masotti, fotografo recentemente scomparso, è stato didascalicamente introdotto giocando con la consueta sorniona autoironia. Non ne abbiano a male i pur bravissimi fratelli Ferrari ma delle molte cose che si possono dire di Trovesi, è certa la sua fuori dal comune capacità di far viaggiare le onde sonore dentro il legno dei clarinetti, riempiendoli di intensità espressiva, imprimendo una spinta alla colonna sonora che rende prezioso ogni anche minimale fraseggio. Concerto molto applaudito da una platea gremita e che si è chiuso con il Charles Mingus di «Nostalgia in Time Square», nel centenario dalla nascita del portentoso contrabbassista, prezioso commiato dal pubblico nel segno della giornata internazionale dedicata al jazz, proclamata nel 2012 dell’Unesco, sul quale da quest’ anno anche Bergamo Jazz ha piantato il proprio vessillo.

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