Contro l’odio, la barriera della musica. Il cardinale Pizzaballa: «Non rinunciamo al desiderio di riconciliazione» - Foto e video

L’EVENTO. Le parole del patriarca di Gerusalemme dei latini in un video messaggio trasmesso durante il concerto per la pace al Seminario: più di mille persone presenti.

Il ricordo di Papa Giovanni XXIII, nel giorno in cui ha annunciato al mondo l’enciclica «Pacem in terris» l’11 aprile 1963, ha aperto nella serata di sabato 24 febbraio al Seminario di Bergamo «Pellegrini di pace – da Bergamo al Mediterraneo, concerto nell’incontro di molteplici culture», un progetto che vuole essere la prima tappa di un lungo cammino per promuovere il valore della pace e della solidarietà tra i popoli. La serata, presentata da Luca Viscardi e da Laura Ghislandi, ha preso ufficialmente il via con una particolarissima esecuzione. Luca Colombo con la sua chitarra elettrica ha infatti interpretato in chiave pop il celebre brano «Nessun dorma», tratto dalla Turandot di Giacomo Puccini.

«Azioni per la pace»

Una «chicca musicale» che ha anticipato il saluto del Rettore del Seminario, don Gustavo Bergamelli: «Siamo partiti poche settimane fa con un’idea molto semplice, ma piano piano il progetto si è ampliato - ha spiegato dal palco il Rettore -. La data, secondo anniversario dell’inizio della guerra tra Russia Ucraina, ha dato un valore più ampio alla serata: la pace è qualcosa che riguarda tutti noi, non solo popoli lontani. Mi piacerebbe che da Bergamo, a macchia d’olio, partissero e si sviluppassero azioni di pace in tutto il Paese e in tutto il Mediterraneo». Una speranza che si è subito sentita nell’emozionante esibizione del Coro di voci bianche «I piccoli musici» di Casazza diretto dal Maestro Mario Mora che, dalla celebre aria «Lascia ch’io pianga» di Händel, ha chiuso la propria prima parte con «Sorridi amore e vai» di Nicola Piovani e con un testo di Roberto Benigni, per ricordare a tutti i presenti che «nonostante tutto la vita è bella».

Generatori di speranze

Subito dopo sono riecheggiate in sala le parole di Papa Francesco che hanno anticipato la riflessione del Vescovo Francesco Beschi: «Il Mediterraneo - ha sottolineato il Vescovo - non è solo un’espressione geografica, ma una rappresentazione dell’infinità varietà della vita, con diverse culture e fedi che nella storia hanno generato anche drammatici conflitti. La nostra scelta è sempre per la pace e vogliamo che questa zona sia un grande laboratorio di pace, generando speranza per chi non ce l’ha e difendendo la dignità di ogni persona umana».

«La pace: è vero che sembra poco credibile in questo momento parlare di pace, però la pace deve venire innanzitutto dal cuore delle persone e questo dev’esserci sempre nelle persone, nelle comunità, quindi bisogna avere il coraggio di parlarne, di vederla» ha dichiarato il cardinale Pierbattista Pizzaballa.

Particolarmente significativo è stato poi il videomessaggio del Cardinale bergamasco Pierbattista Pizzaballa, Patriarca di Gerusalemme dei Latini, che si è concentrato sul terribile conflitto che sta dilaniando la Terra Santa.

«La Chiesa deve essere vicina a tutte le vittime e questo non è semplice in questo momento dove le polarizzazioni sono così profonde, così laceranti. Sembra poco credibile oggi parlare di pace, però la pace deve venire innanzitutto dal cuore delle persone: bisogna avere il coraggio di parlarne, di vederla. In fondo è anche questa la funzione della Chiesa, con il proprio linguaggio, con il proprio parlare, con le proprie parole: aprire orizzonti, fare vedere una realtà che magari ancora non si vede, non si tocca, che però la si vede all’orizzonte perché la crediamo fermamente».

«L’iniziativa “Pellegrini di pace” si fonda sulla musica e sull’arte, un linguaggio universale che tutti comprendono, che non conosce confini, confini che qui sono oggi così rigidi e così chiusi. Il mio augurio allora, è che tutti questi gesti - concerti, incontri, conferenze, relazioni, messaggi - possano poco alla volta, contrastare questo mare di violenza, questo tsunami di odio e di violenza che traspare e si vede in tante forme. E possiamo essere così, poco alla volta, una barriera positiva. Ci sono tante barriere che dividono: la nostra vuole essere una barriera che non permette a questo male di inquinare il nostro cuore, di lasciarlo sempre libero di amare tutti come Cristo ci ha insegnato».

Un inno per l’unità dei popoli

Dopo il momento di profonda riflessione, il concerto - con la direzione artistica dei Maestri Emanuele Beschi e Bruno Santori - è proseguito con l’energia della band della Mediterranean Pop Orchestra, composta da una decisa di musicisti provenienti da vari Paesi affacciati sul Mediterraneo.Gran finale con l’esecuzione, nell’anno del 50esimo anniversario dalla pubblicazione, di «Soleado», il brano cantato da Daniel Sentacruz Ensemble e diretto dal Maestro Bruno Santori con la partecipazione di tutti i musicisti, coristi e strumentisti. Il pezzo, grazie al suo semplice vocalizzo, può essere interpretato da tutti i popoli: un inno di pace che unisce il pianeta sotto il segno del linguaggio universale della musica.

Il ricavato della serata - sold out da giorni - contribuirà alla raccolta fondi a sostegno della missione del Cardinale Pizzaballa in Terra Santa e del Seminario Vescovile di Bergamo.

© RIPRODUZIONE RISERVATA