Dante Alighieri va online
Cinquanta opere in mostra alla Mai

Pur in regime di chiusure, restrizioni, impossibilità a frequentare de visu i nostri infiniti capolavori, la Biblioteca Mai ci invita «...a riveder le stelle».

In occasione di questo 2021 ineunte, in cui si celebrano i 700 anni dalla morte di Dante, la più importante biblioteca della città propone, ogni domenica, sul suo sito e sulla sua pagina Facebook, un appuntamento con un esemplare «speciale» del suo grande patrimonio di manoscritti ed edizioni dantesche, corredato da schede di «agile lettura e facile approccio».

Una mostra virtuale che durerà tutto l’anno, 50 settimane su 52, presentando ogni volta un manoscritto o edizione dantesca: «Non solo la “Commedia”, ma saranno rappresentate anche le altre opere, le cui edizioni sono però in numero molto inferiore, rispetto al capolavoro, nei nostri cataloghi», precisa la direttrice della Civica, Maria Elisabetta Manca. Un viaggio virtuale, attraverso la «varia fortuna» dell’opera dantesca. Un modo per mettere in luce «le opere più preziose». In primo luogo, tra i manoscritti, il codice Grumelli, «recentemente digitalizzato», in ordine all’adesione all’«Illuminated Dante Project», tuttora in corso per conto dell’Università Federico II di Napoli: progetto che prevede la digitalizzazione di codici miniati danteschi custoditi nelle più importanti biblioteche del territorio nazionale. Codice interessante già «per la legatura, e per il fatto di essere interamente palinsesto» (sotto, grazie a Dio, prevalentemente imbreviature notarili).

Ma quello che conta, su tutto, è il testo dantesco con il commento, importantissimo, tuttora molto citato nelle esegesi moderne, del letterato bolognese Jacopo della Lana, primo chiosatore di tutt’e tre le cantiche. Commento prezioso anche per la sua tempestività-vicinanza cronologica con l’opera dell’Alighieri, tradotto in latino, nel codice in questione, dal bergamasco Alberico da Rosciate.

E poi incunaboli, cinquecentine, edizioni di grande qualità, di particolare fama e/o importanza, edizioni «splendidamente allestite ed illustrate dal Settecento al Novecento, stampe popolari celebrative del ’900, o le più recenti edizioni critiche»: un modo, questo, per «aggiornare su novità e ultimi acquisti di ambito dantesco». Poi, «una verifica sulle edizioni bergamasche - e ce ne sono, anche interessanti - sino alle edizioni e pubblicazioni in occasione dei centenari, che significano vette di attenzione, specie dall’Ottocento in poi». I due cassettini di legno del catalogo storico dedicati all’Alighieri sono parlanti: per esempio «nel 1865 - seicento anni dalla nascita - c’è un’impennata di edizioni delle opere, non solo di studi». La più antica tra le edizioni della «Commedia» conservate alla Mai (in tre esemplari) è «quella bresciana uscita dai torchi di Bonino de’ Bonini nel 1487: Dante, “Comento di C. Landino sopra la Comedia”. In folio, riprende dalla precedente edizione fiorentina il commento di Cristoforo Landino ed è ornata da sessantotto xilografie». Fondamentale, per portata storico-culturale, l’edizione aldina a cura del cardinal Pietro Bembo (1502). In più o meno scoperta rivalità con quella del Landino, l’edizione commentata a cura di Alessandro Vellutello (Venezia, 1544). Non mancheranno alcune curiosità bibliografiche: come «La Divina Commedia di Dante Alighieri manoscritta da Boccaccio», Negli occhi santi di Bice/Nelle case dei Fantoni, Rovetta, 1820.

La peculiarità, oltre al testo secondo la trascrizione datane dal certaldese, è la scelta editoriale: «Edizioni diverse l’una dall’altra, stampa su carte di colore diverso con caratteri di diverso colore. Per esempio, carta azzurra e testo in giallo, carta verde testo in bianco. La prima edizione a che utilizzi sperimentalmente sia carte sia inchiostri colorati». Curiosità, anche, quanto ai micro o macro formati: per esempio l’edizione realizzata nel 1878 e nota come «il Dantino» (La Divina Commedia, Milano, Gnocchi; Padova, Salmin, 1878): «50x35 mm, 449 pagine in corpo 2, il doppio di una monetina da un centesimo». O, all’opposto, i giganteschi formati in folio, come alcune edizioni illustrate da Gustavo Dorè. Massimo riserbo, o effetto sorpresa, quanto al ms. o edizione protagonista dell’appuntam

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