I Mercanti di Liquore: cantiamo la Lombardia, ferita e operosa

Il ritorno dopo 10 anni con una canzone corale: ci sono anche Elio Biffi (Pinguini) e Lorenzo Marchesi (Folkstone).

Un tempo sempre in giro per concerti, i Mercanti di Liquore tornano al futuro con una canzone dedicata alla loro regione ferita, «Lombardia». Il pezzo fa così: «Lombardia, com’è facile volerti male. Di sorrisi non ne fai e ti piace maltrattare. Ma noi siamo i figli storti, nati dentro un’osteria. E riusciamo a respirare, pur essendo in Lombardia». La regione d’origine dei Mercanti viene descritta con affetto, come accade nelle canzoni americane dove si descrivono le contraddizioni sociali, ma si riconoscono con orgoglio i tratti di un radicamento inevitabile. Da una parte la Lombardia è «ferita», dall’altra «orgogliosa», «operosa», pronta a rinascere e a rimettersi in pista anche dopo un guaio lacerante come la pandemia. I Mercanti di Liquore si ritrovano dopo dieci anni di ferma da «figli storti», musici di stampo anarcoide, sempre pronti a viaggiare «in direzione ostinata e contraria».

La band monzese, nata alla metà degli anni Novanta, è stata attiva sino al 2010. All’inizio rilegge il repertorio di Fabrizio De André e su quella strada si vede aprire le porte del pubblico, poi arrivano i brani originali, i dischi, tanti concerti. Ora la ripartenza nasce in seno ad un progetto a sostegno di Emergency nella lotta al Covid. Lorenzo Monguzzi, il fondatore della band, cantante e chitarrista, si affida al sodalizio sicuro del suo impegno: «Emergency, per tutti noi “figli storti”, è una sicurezza: il suo impegno nella gestione di questa emergenza sanitaria e sociale è sotto gli occhi di tutti». L’edizione speciale della canzone «Lombardia» è disponibile in digitale e formato vinile in edizione limitata e si può acquistare sul sito di Bagana Music.

È una canzone corale, registrata con l’abbraccio virtuale di ben 28 musicisti italiani, altri «figli storti» come i Mercanti, reperiti in altre «osterie» d’Italia. I versi della canzone scorrono di bocca in bocca. Ognuno dei partecipanti canta una frase seguendo un filo rosso che collega tutto il Paese. L’elenco è lungo, ma stavolta vale la penna farlo nel dettaglio: Adriano Sangineto, Aimone Romizi (Fast Animals and Slow Kids), Andy (Bluvertigo), Andrea Scaglia (Ritmo Tribale), Cippa e Paletta (Punkreas), Cisco, Davide Romagnoni ( Vallanzaska), Diego Potron, Divi (I Ministri), Edda, e ancora Edo Sala, Maurizio Cardullo e Lorenzo Marchesi (Folkstone), Elio Biffi (Pinguini Tattici Nucleari), Emi (Mellowtoy / Wolf Theory), Finaz (Bandabardò), Francesco Moneti (Modena City Ramblers), Giambattista Galli (Sulutumana), Giorgieness, Giorgio Canali, Marco Paolini, Marta Ferradini, Mauro Ermanno Giovanardi (La Crus), Omar Pedrini, Sara Piolanti (Caravane Devil-le), per chiudere con Stefano «Iasko» Iascone (Cacao Mental), Wilko (Rats). Tra tutti questi figli di un’idea cangiante di musica popolare, troviamo due bergamaschi felicemente coinvolti: Elio Biffi dei Pinguini e Lorenzo Marchesi dei Folkstone.

Secondo Monguzzi la canzone è una dichiarazione di amore e odio nei confronti di una terra, la sua, messa dal destino all’epicentro del virus proprio all’inizio della pandemia. Una terra che ha mostrato pregi e difetti, incapacità e voglia di riscatto. Lo sanno bene i nostri musicisti che hanno partecipato con entusiasmo al progetto. Per i Mercanti è la ripartenza. Monguzzi in pieno confinamento ha scritto un album da solista nel suo dialetto: «Zyngher», zingaro. Ci sono anche canzoni di Johnny Cash, Suzanne Vega, Clash e Nick Cave tradotte in lingua brianzola. Il dialetto che parla al mondo con cuore glocal.

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