Inti-Illimani, Gazich e Branduardi sul palco di Molte Fedi

LA CORNICE MUSICALE. Il 17 settembre il gruppo cileno a Villa d’Almè: ricorderà il golpe di Pinochet di 50 anni fa. Il 27 ottobre «Confessioni di un malandrino», il recital del menestrello. Michele Gazich presenterà «La Gerusalemme interiore» il 4 dicembre.

Una somma di piccole cose, direbbe Niccolò Fabi. Pochi passi per andare avanti, un volger di sguardo per guardare indietro e vivere consapevolmente il domani. Anche la musica di «Molte Fedi sotto lo stesso cielo» contribuisce al disegno di «Appassionati al presente», dà un suo contributo alla ricerca di quella luce che serve a illuminare il cammino, a renderlo più sicuro. La musica può servire anche a questo. Quella degli Inti-Illimani a ricordare un impegno sociale, politico, quella di Branduardi a imboccare un cammino spirituale, popolare, e quella di Gazich a intraprendere un viaggio nella memoria di un cantautore sui generis, fortemente legato alle proprie radici ebraiche.

Anche per l’edizione 2023, «Molte Fedi» prevede una cornice musicale al solito ben orchestrata. Le proposte parlano ancora una volta di musica scelta ad hoc in sintonia con i temi del nutrito cartellone. Si comincia il 17 settembre con il concerto degli Inti-Illimani al Teatro Serassi di Villa d’Almè (inizio ore 21), si continua il 27 ottobre con Angelo Branduardi, sempre al «Serassi» (inizio ore 21), mentre il 4 dicembre Michele Gazich presenta nella chiesa dell’ospedale Papa Giovanni XXIII «La Gerusalemme interiore. Una cantata ebraica» (inizio ore 20.45). Biglietti e prenotazioni sul sito di «Molte Fedi».

Recentemente gli Inti-Illimani hanno licenziato un nuovo lavoro condiviso con Giulio Wilson. Il singolo «Sostenibile» è una canzone di pace e speranza, «Agua», l’album, segna l’incontro artistico di due realtà peculiari: un cantautore di buona vena e un gruppo che ha fatto la storia della musica popolare e della canzone impegnata. Il concerto degli Inti viene organizzato in occasione di una ricorrenza speciale. Nel 2023 si commemora il cinquantesimo anniversario del colpo di stato in Cile che aprì la stagione delle dittature nell’America Latina. L’11 settembre 1973 il generale Augusto Pinochet porta a termine il golpe che pone fine alla democrazia cilena. Dopo quel giorno gli Inti-Illimani hanno vissuto per sedici anni in Italia, esiliati dal regime. In quel tempo sono diventati popolari in tutto il mondo come difensori dei diritti e della libertà del popolo cileno. Il recente incontro con il cantautore italiano non è altro che l’ultimo segmento del rapporto speciale che il gruppo cileno ha stretto con il nostro Paese.

«Confessioni di un malandrino» è il titolo del recital di Angelo Branduardi. Il menestrello di Cuggiono presenta dal vivo una versione particolare dei suoi brani più celebri, in duo col polistrumentista Fabio Valdemarin, compagno di viaggio da molti anni. Il violino e la chitarra del cantautore si affiancano a una piccola «orchestra» con pianoforte, chitarre, fisarmonica. In programma brani da «Futuro antico» e altre composizioni, se non rare, meno eseguite.

Quanto a Michele Gazich, è musicista, poeta, scrittore di canzoni, compositore. Suona il violino e come cantautore possiede uno stile personale, innovativo, apprezzato in Italia, all’estero. A «Molte Fedi» presenta la sua cantica più ambiziosa, un progetto a cui ha lavorato per anni e oggi resta a immagine di un impegno musicale e culturale che non ha eguali.

Oltre ai tre concerti sono previsti altri appuntamenti in equilibrio tra musica e teatro. L’11 ottobre nella Basilica di Santa Maria Maggiore reading musicale con Lella Costa e Gianluigi Trovesi dal racconto «L’uomo che piantava gli alberi» di Jean Giono (inizio 20.45); mentre il 13 va in scena al Teatro San Filippo Neri di Nembro lo spettacolo «Songs Of Freedom», una produzione dell’Accademia dei Folli (inizio ore 21).

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