La nuova canzone di Cato
«Dedicata all’amico portato via dal Covid»

Esce venerdì 8 maggio «Cogli la mela», il nuovo singolo di Cato, nome d’arte di Roberto Picinali, cantautore bergamasco sempre attento al proprio territorio. Classe 1976, ex chitarra e cori della band reggae Namastè e con due album da solista alle spalle, Cato si è sempre distinto per l’originalità dei messaggi e dei linguaggi utilizzati.

Tra citazioni e qualche pizzico di reggae, il suo nuovo singolo porta una ventata di freschezza tutta in levare in un periodo buio come questo e che il cantautore, originario della Valle Seriana, ha vissuto in prima persona. In copertina, spicca infatti un disegno di Emiliano Perani, una delle tante vittime di questa epidemia. Ed è proprio all’amico scomparso che Cato ha voluto dedicare il singolo, a cominciare dalla strofa: «Prendo la bici, me ne vado da solo, pedalo così forte che prendo il volo. Col vento in faccia si respira bene. E adesso scappo via».

Come e quando è nato il brano?

«L’ho scritto un paio d’anni fa: era primavera e più guardavo le persone più mi sembrava vivessero in un mondo astratto: nessuno si parlava, tutti o quasi a testa bassa, impegnati, fissi a guardare il telefono. Mi sono messo a sorridere e ho scritto il testo».

Una canzone che, non a caso, rispecchia la realtà di oggi.

«Sì, racconta l’isolamento sociale, la noia e la brama riferita al fatto che ogni persona sembra sempre alla ricerca di qualcosa di più: niente basta mai».

In che senso?

«La gente vuole sempre di più e parole come spreco, consumo e inquinamento sono diventate lessico ricorrente. È ora di tornare a dare valore alle cose vere e non ai bisogni futili che ci circondano. E il momento che stiamo vivendo ce lo ricorda».

Sei sempre stato sensibile alle cause umanitarie: come mai questo impegno?

«Non lo chiamerei impegno ma soddisfazione e amore personale: poter mettere a disposizione l’arte e la musica per aiutare associazioni e onlus è una cosa che mi viene naturale e mi fa stare bene. Nel 2015 ho fatto un viaggio in auto lungo la Via della seta: una traversata di 15 mila km in 35 giorni dall’Italia a Hong Kong per raccogliere fondi a favore di Emergency e Admo».

Sei originario di Gandino e abiti a Orezzo, sopra Gazzaniga: come hai vissuto la quarantena?

«È stato difficile. Sia mia mamma che mia nonna, che ha 100 anni, hanno avuto febbre alta e “influenza”. Non potevo andarle a trovare e non c’era modo di fare il tampone. Poi si è ammalato anche Emiliano ed è stato ricoverato. Sono stati giorni terribili e anche la voglia di suonare è venuta meno. Ho aderito infatti al progetto “Bergamo Underground” senza però fare dirette o concerti in streaming. Non era il momento giusto».

Conoscevi bene Perani?

«Emiliano è stato un talento unico e, soprattutto, un caro amico che mi ha affiancato in quasi tutti i miei progetti artistici. Eravamo amici da dieci anni e ci vedevamo spesso. Abbiamo collaborato in vari lavori in ambito di comunicazione, grafica e video. Volevo fargli una sorpresa e far uscire “Cogli la mela” il giorno del suo compleanno, il 10 maggio, ma il covid ce l’ha portato via e per questo ora il singolo lo dedico a lui, scomparso un mese fa, l’8 aprile».

Parlaci della copertina.

«Il ragazzo in copertina sono io e l’immagine comunica l’indecisione di fare una cosa o un’altra: la mela in testa e le mani in tasca, come un “nonsense” in chiave ironica. Il mio look estivo rispecchia inoltre l’animo solare del pezzo».

È stata una produzione a «km 0» in tutti i sensi.

«Sì, il singolo è stato prodotto insieme a Francesco James Dini nel 1901 Studio ad Alzano Lombardo. Abbiamo lavorato insieme al suono e all’arrangiamento, cercando di aggiornarli rispetto ai miei lavori precedenti. Ora ho altre canzoni pronte e con calma troverò il modo di produrle. Per ora non mi pongo obiettivi: la musica per me è un piacere, non un’ambizione, e far uscire un singolo senza crearsi troppe aspettative aiuta a coltivare la mia passione».

Che futuro vedi per il mondo della musica?

«Spero che questa sberla presa dritta in faccia ci aiuti ad acquistare maggiore consapevolezza. Quanto al futuro, non saprei, preferisco concentrarmi su quello che faccio. Un passo alla volta con costanza e determinazione».

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