Cultura e Spettacoli
Mercoledì 26 Novembre 2025
La sfida «artificiale»? Faggin: «La vita umana ha un potenziale enorme»
SAPIENS FESTIVAL. Fisico, inventore e imprenditore, sarà ospite a Darfo Boario per un intervento sulle novità tecnologiche che stanno cambiando il nostro presente. «La nostra più profonda natura è quantistica, abbiamo una marcia in più dell’intelligenza artificiale»
Silicio», «Irriducibile», «Oltre l’invisibile». Sono i libri che Federico Faggin, classe 1941, fisico, inventore e imprenditore che oggi è tornato a vivere nella sua Vicenza dopo aver fatto fortuna negli Stati Uniti, ha scritto negli ultimi anni per dimostrare, attraverso la fisica quantistica, quanto scienza e spiritualità siano elementi necessariamente interlacciati fra loro, e che solo lo «scientismo», cioè la disciplina che si limita a misurare gli oggetti che esistono nello spazio e tempo, non ha abbastanza lungimiranza per capirlo.
Risposte concrete
Il 26 novembre sarà a Darfo Boario Terme, al Centro congressi (inizio 20,45; ingresso libero, prenotazioni su eventbrite.it) per proseguire il dialogo avviato con i suoi lettori, un dialogo che diventa confronto costante «perché – spiega l’inventore del microchip e del touchscreen – l’irrompere dell’intelligenza artificiale solleva molte questioni rimaste inesplorate per anni e richiede risposte concrete, non solo filosofiche, che aiutino a capire qual è la natura della realtà più profonda in cui l’uomo esiste». In occasione della sua partecipazione al Sapiens Festival 2025 « Dove stiamo andando? Alle soglie di un nuovo mondo», l’abbiamo intervistato.
Il suo impegno divulgativo è rivolto anche a limitare i rischi legati all’impiego di nuove tecnologie basate sull’intelligenza artificiale?
«Certamente. Nei miei libri parlo di un’esperienza di “risveglio” grazie alla quale ho capito che io sono una parte-intero di Uno, dove Uno è tutto ciò che esiste. Siamo un intero perché abbiamo la stessa infinita potenzialità di Uno, ma siamo anche una parte perché siamo in tanti. Con i miei libri e le mie conferenze propongo una teoria della realtà che dimostra che la fisica quantistica ha le stesse proprietà straordinarie della coscienza e del libero arbitrio. Ciò fa capire che la nostra natura più profonda è quantistica e quindi abbiamo una marcia in più dell’intelligenza artificiale. Questo passaggio è fondamentale, perché soltanto se abbiamo capito chi siamo potremo controllare l’intelligenza artificiale senza rischiare di esserne soggiogati o di diventarne un’appendice».
Non basta la fisica classica a spiegarci chi siamo?
«No. La fisica classica si oppone fermamente all’evidenza che arriva dalla dimensione spirituale, una dimensione di cui arriva a negarne l’esistenza proprio perché non riesce a “misurarla”. Soltanto la fisica quantistica può darci una risposta. È interessante che Richard Feynman, premio Nobel per la fisica nel 1965, si sia spinto a dire che la “natura è assurda” in quanto le proprietà della fisica quantistica sono incomprensibili. Io invece sono convinto che siamo noi assurdi quando vogliamo che la natura sia come la pensiamo, che si pieghi alle nostre aspettative. In realtà queste proprietà che appaiono assurde si possono spiegare con la teoria che propongo, perché provengono proprio dalla coscienza e dal libero arbitrio!».
Quindi la coscienza esiste, nonostante sia difficile da definire e misurare?
«Certamente! Lo scientismo crede all’idea che tutto ciò che esiste è ciò che si può misurare nello spazio e nel tempo. Ma basta fare un esempio molto semplice per capire che c’è molto di più da conoscere ed esplorare: l’amore che provo per me stesso, per un’altra persona o per il mondo intero, non è misurabile, ma come si fa a dire che non esiste in quanto soggettivo e non misurabile? L’amore fa parte della coscienza ed è conoscibile solo da dentro, pur avendo conseguenze misurabili nello spazio-tempo».
Questa soggettività possiamo chiamarla coscienza? Ed è questa coscienza ad accomunare gli uomini?
«Direi che ad accomunare tutti noi è l’essere parti intero di Uno. Uno è dinamico, olistico e vuole conoscere se stesso. Dinamico perché continua a cambiare, istante dopo istante; olistico perché ogni parte è interconnessa al suo interno. È la fisica quantistica che è fatta di campi che interagiscono, e che nella teoria che propongo sono coscienti e hanno libero arbitrio. Il primo passaggio da comprendere è che ciascuno di noi è un campo cosciente con libero arbitrio che controlla il corpo, e il corpo è uno strumento che il campo usa per conoscere se stesso. E, conoscendo noi stessi, Uno conosce se stesso, visto che non siamo separati da Uno. Quindi Uno dà vita a parti-intero di sé, campi coscienti con libero arbitrio, che vogliono conoscere se stessi. E attraverso la conoscenza di sé delle parti-intero Uno conosce se stesso».
E il Faggin imprenditore invece, quali computer o altri device prevede che faranno parte della nostra vita nei prossimi 10-15 anni?
«Credo che oggi abbiamo portato la tecnologia dei computer classici al suo estremo: fra dieci o quindici anni i computer non saranno molto diversi da quelli attuali. Stiamo iniziando a sviluppare i computer quantistici, tuttavia, per arrivare a sfruttare in pieno le loro potenzialità, che ancora non conosciamo bene, c’è ancora molta strada da fare. Sono anche convinto che la vita biologica, essendo un fenomeno quantistico e classico, abbia in sé potenziale disruptivo enorme. Per questo fra trenta, quaranta o cinquanta anni mi aspetto che la tecnologia dei futuri computer sarà ispirata dalla biologia. La biologia non è biochimica come è stata studiata finora, ma una tecnologia informatica quantistica e classica di una capacità straordinaria e in gran parte sconosciuta e sottovalutata. Secondo me il futuro tecnologico più promettente, e anche più preoccupante, sarà proprio qui».
© RIPRODUZIONE RISERVATA