La tragedia di Roncobello nel 1966, domenica 20 agosto il docufilm in piazza

ALTA VAL BREMBANA. Luigi Donini e Carlo Pelagalli morirono tentando di salvare 4 speleologi bloccati. Domenica alle 21 la proiezione.

Era l’aprile del 1966 quando Luigi Donini e Carlo Pelagalli, nel tentativo di salvare quattro speleologi bolognesi rimasti bloccati all’interno della grotta Buco del Castello, a Roncobello, da una piena, precipitarono da un pozzo e persero la vita. A quei fatti e alla vita di Luigi Donini è ispirato il film documentario «Fino in fondo - Luigi Donini, un ragazzo di San Lazzaro», del regista Ginetto Campanini, che verrà proiettato domenica 20 agosto alle 21, nella piazza di Roncobello.

Quel tragico evento del ’66, è una data importante, perché segnò il primo intervento dell’allora neonato Soccorso speleologico, che si unirà al Soccorso alpino due anni dopo, dando origine a quello che oggi è conosciuto come Cnsas - Corpo nazionale Soccorso alpino e speleologico.

Il film quindi racconta la vita dello speleologo bolognese Luigi Donini e il suo triste epilogo, a 24 anni, insieme al collega Carlo Pelagalli. Per l’estremo sacrificio, ai due giovani è stata riconosciuta la medaglia d’oro al valor civile. L’opera prende le mosse dall’incidente della grotta del Castello a Roncobello, dove avvenne la tragedia: l’incidente viene raccontato attraverso le immagini di repertorio di quelle dolorose giornate e le testimonianze degli speleologi soccorsi. Ma il fulcro attorno a cui ruota tutta la narrazione del film è poi la capacità che Gigi Donini ha avuto di coinvolgere i suoi compagni; la sua figura emerge attraverso le testimonianze dei compagni che con lui hanno condiviso quegli anni pieni di avventure e di passioni per la natura e l’ambiente.

Precursore dello spirito ambientalista, nei primissimi anni ‘60 iniziò la lotta per la salvaguardia delle colline dei «Gessi» bolognesi, minacciate dall’attività delle cave e si spese per la valorizzazione di quegli ambienti. Emergono le sue qualità umane di trascinatore, di fotografo, di scrittore e di leader. I compagni, con i quali Luigi ha condiviso una storia di avventura e di passione per la natura e l’ambiente, a distanza di sessant’anni, organizzano e affrontano un viaggio nei luoghi dove, guidati da Gigi, hanno vissuto le loro esperienze più belle e significative: rivivono l’imprinting ricevuto all’epoca e ritrovano i motivi della loro passione. Non un amarcord, ma un confronto di esperienze vecchie e nuove.

La tragica fine di Luigi e di Carlo Pelagalli, in occasione di una generosa operazione di soccorso nelle Alpi bergamasche, si innesta nella vicenda della speleologia italiana e della nascita del Soccorso Alpino e Speleologico Nazionale.

La regia è di Ginetto Campanini e le riprese all’interno della grotta sono state girate da Francesco Grazioli. Quattro volontari della IX Delegazione, abbigliati e attrezzati come veri e propri speleologi degli anni ’60, assistiti da una dozzina di altri tecnici, sono stati ripresi mentre ripercorrevano un tratto della grotta replicando con le stesse modalità la discesa del 1966 dei quattro bolognesi. Per i tecnici della IX Delegazione, la riprese sono state anche l’occasione per rispolverare un evento significativo della propria storia di soccorritori speleologici, oltre che un’opportunità per confrontarsi con materiali e tecniche di un’epoca passata e per raccogliere direttamente le testimonianze di alcuni protagonisti della vicenda: erano infatti presenti Sergio Orsini, oggi presidente della Società Speleologica Italiana, Lelo Pavanello e Giancarlo Zuffa

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