Medici e infermieri dell’ospedale raccontano la pandemia in una lettura alla biblioteca Tiraboschi

COVID. Dopo il successo della drammaturgia un nuovo percorso per rivivere il periodo buio della pandemia a Bergamo. L’appuntamento è il 21 settembre alle 17.30.

Il 21 settembre alle 17.30 alla Biblioteca Antonio Tiraboschi, di via San Bernardino 74, si terrà il primo incontro di restituzione dell’intero percorso di «Giorni muti, notti bianche», durato complessivamente oltre un anno e mezzo ed approdato al Teatro sociale di Bergamo con lo spettacolo dello scorso 16 marzo. In quella data medici e infermieri del Pronto Soccorso dell’ospedale Papa Giovanni XXIII hanno portato in scena lo spettacolo «Giorni muti, notti bianche», un’opera inedita inserita nel calendario di Bergamo Brescia Capitale della Cultura, che racconta i giorni più duri della pandemia Covid-19 vissuti nel 2020 a Bergamo e nella sua provincia, così duramente colpite.

Con la regia di Silvia Briozzo, la drammaturgia di Carmen Pellegrinelli, la scenografia di Enzo Mologni e l’assistenza audio-luci di Simone Moretti, lo spettacolo ha richiesto un lungo processo di preparazione, nel corso del quale medici e infermieri hanno rivissuto quei giorni per dar loro una nuova forma artisticamente significativa.

Secondo Massimiliano De Vecchi, responsabile della Medicina d’urgenza dell’ASST Papa Giovanni XXIII e coordinatore del gruppo degli operatori sanitari protagonisti dello spettacolo, il teatro «è luogo di disvelamento dell’umanità in tutte le sue pieghe: gioie e dolori, vittorie e sconfitte, speranze e disillusioni, eroismi e debolezze. Il teatro mette in gioco i corpi, i volti, le voci e i gesti e noi abbiamo attraversato quelle notti bianche e quei giorni muti con i nostri corpi, a volte fragili come quelli dei nostri pazienti».

L’avventura di medici e infermieri dunque prosegue in una nuova forma narrativa con l’incontro del 21 settembre. I medici Massimiliano de Vecchi, Renata Colombi, Elisabetta Venturelli, l’infermiera Rossana Locatelli, insieme alla regista Silvia Briozzo, proietteranno e commenteranno i momenti più significativi dello spettacolo. L’obiettivo è quello di far comprendere che cosa questo progetto ha rappresentato per protagonisti e cittadini. La presentazione vedrà la partecipazione di alcuni allievi del Liceo Falcone, accompagnati da Guendalina Gualdi, insegnante e presidente del Centro Isadora Duncan, la realtà che ha gestito il progetto.

«Giorni muti, notti bianche» è stata un’esperienza unica che ha sollevato l’attenzione e l’apprezzamento dei media e della stampa locale e nazionale, ed è stata resa possibile grazie al supporto della Fondazione Cariplo, dei Comuni di Bergamo, Nembro, Orzinuovi, dell’ASST Papa Giovanni XXIII e dei tanti sponsor che hanno sostenuto l’intero progetto »Il tempo della cura».

Dopo le rappresentazioni, numerosi sono stati i messaggi giunti ai protagonisti. Tra questi quello di Marina Fratus CEO di Nettuno Srl, una delle aziende che hanno sostenuto il progetto, che parteciperà all’incontro presso la biblioteca Tiraboschi. “Li hanno chiamati eroi, e forse è stato così, ma credo che sarebbe più corretto, onesto, doveroso, usare appellativi meno roboanti ma che non durino solo il tempo di una stagione, passata la quale ci si dimentica quanto lavoro, fatica e sacrificio, stanno dietro la possibilità di essere curati e curati bene, con competenza e umanità. Anche quando l’imprevisto e l’imprevedibile, come quanto accaduto, mette gli uomini, tutti, di fronte alla fragilità e al dolore più profondo».

Sul piano accademico, «Giorni muti, notti bianche» è inoltre oggetto di un interessante lavoro di ricerca di etnografia affettiva da parte di Laura Lucia Parolin, Associate Professor alla University of Southern Denmark, e Carmen Pellegrinelli dottoranda presso l’University of Lapland, Gli esiti preliminari della ricerca sono stati presentati all’Università di Bergamo e Barcellona. Ingresso libero senza prenotazione. Per informazioni 035399476

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