
(Foto di Colleoni)
L’ADDIO. Ultimo saluto all’artista bergamasco nella mattinata del 13 agosto: tantissime persone per l’addio sulle note di Ennio Morricone eseguite dalla «sua» orchestra Salmeggia. Il saluto dell’amico Gianluigi Trovesi al clarinetto.
La chiesa gremita nonostante il caldo estivo, il silenzio carico di commozione e le note evocative di Ennio Morricone: così Nembro ha accolto nella mattinata di mercoledì 13 agosto la salma di Gianni Bergamelli , figura amatissima, considerata da tutti l’anima culturale del paese. Ad aprire il rito, l’orchestra Enea Salmeggia – di cui lui stesso fu creatore – ha accompagnato l’ingresso del feretro con una toccante esecuzione, simbolo di un legame mai spezzato tra l’artista e la sua comunità.
«La sua musica – ha proseguito il sacerdote – era un linguaggio universale, in grado di esprimere emozioni profonde, portare conforto, gioia e riflessione a chiunque ascoltasse. La sua passione è stata un dono prezioso, un ponte tra le persone, capace di dire ciò che le parole non possono»
L’assessore alla Cultura, Gianfranco Ravasio, nel suo saluto, ha ricordato i tanti progetti condivisi con Bergamelli, sottolineando come la sua creatività, la musica e la pittura abbiano arricchito il territorio e rappresentato un segno tangibile della vivacità culturale di Nembro.
Durante l’omelia, il parroco don Antonio Guarnieri – concelebrante insieme a confratelli domenicani – ha tracciato il profilo di «una persona speciale, un pianista capace di toccare le nostre vite con le sue note e il suo talento». Bergamelli era legato in modo particolare alla chiesa di San Bartolomeo dei Domenicani: lì aveva tenuto il suo primo concerto e, anni dopo, anche l’ultimo. «La sua musica – ha proseguito il sacerdote – era un linguaggio universale, in grado di esprimere emozioni profonde, portare conforto, gioia e riflessione a chiunque ascoltasse. La sua passione è stata un dono prezioso, un ponte tra le persone, capace di dire ciò che le parole non possono».
Il primo violino dell’orchestra Salmeggia, Stefano Montanari, ha offerto un ricordo personale, mentre le nipoti Irene e Alba Gentili hanno condiviso un commovente pensiero sul ruolo affettivo di nonno, capace di trasmettere il valore della famiglia e dell’unità nei momenti difficili. La cerimonia si è chiusa con un momento intenso: prima della benedizione, il clarinettista Gianluigi Trovesi ha eseguito la Ninna nanna di Brahms, accompagnata da una battuta affettuosa: «Gianni è tornato bambino e lo accompagniamo in questo sonno da bambino».
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