Sanremo, presentato il festival
«All’insegna della rinascita»

Presentata l’edizione della kermesse canora dell’era Covid, dal 2 al 6 marzo, pensata «per non lasciare soli gli italiani». Amadeus: difficile equilibrio tra il protocollo e le esigenze dello show. Tra gli ospiti Vanoni, Negramaro e Amoroso.

Il «Sanremo della Rinascita» passa per la televisione, ma il direttore di RaiUno Stefano Coletta lo ribattezza «Festival della piccola rinascita» o meglio «Festival della consapevolezza». L’Ariston dal 2 al 6 marzo è un teatro a perdere come tutti gli altri e sarebbe stato un guaio eleggerlo a diversità, anzitempo, soprattutto mentre la Liguria sembra tornare in zona rossa. In attesa che tutto ricominci e il comparto della musica riprenda respiro, il Festival è comunque una ripartenza, un segnale di avvio sicuramente confortante. C’è un senso di responsabilità che il servizio pubblico sente di avere nei confronti degli italiani che hanno vissuto da un anno un deciso sovvertimento delle regole. L’idea è quella di entrare nelle case di tutti, o di molti, per riempir uno spicchio di vuoto. «Le canzoni rappresentano nei testi quello che è il momento», spiega il direttore di rete. «Sono spesso testi d’amore perché alla solitudine si risponde con il sentimento». Tutti, direttore artistico compreso, sono unanimi nel riconoscere la particolarità del 71° Festival della Canzone Italiana. Le cinque serate dello show televisivo terranno conto di quello che stiamo vivendo, ma se il Covid ci ha disunito, nelle intenzioni dei vertici Rai, Sanremo cercherà di fare il possibile per unirci di nuovo davanti alla televisione. Coletta insiste sul senso di un Festival pensato «per non lasciar soli gli italiani».

I cantanti, l’orchestra, il direttore e conduttore, Fiorello, gli ospiti dovranno superare qualche difficoltà in più, evitando l’effetto freddezza, ma la musica avrà comunque una chance. Riparte da lì, da un tempio che si è sempre occupato della canzone e spesso ha misurato il polso della situazione musicale italiana. Oggi non è più rappresentativo di un mercato in grande movimento, ma serba pur sempre una sua peculiarità anche da questo punto di vista. Grazie alle scelte di Amadeus andiamo incontro a un cambio radicale di prospettiva anche sonora. I Big quest’anno sono quasi tutti strettamente legati alla musica che gira intorno, a quel sound che ha preso man mano le distanze da una certa classicità, andando alla ricerca di qualcosa che in fondo vorrebbe diventare tale. Insomma, i tempi cambiano e la musica anche. E forse è giusto che solo Orietta Berti resti lì a ricordarci una tradizione festivaliera che è giusto riconoscere, senza necessariamente perpetrare.

Se il sindaco di Sanremo, insieme ai vertici delle forze dell’ordine, stila le regole di sicurezza, senza per questo blindare la città, Amadeus spera che il Festival mandi almeno un messaggio di fiducia. È chiaro che all’esterno dell’Ariston il festival sarà in tono minore. In conferenza online Ama si smaschera dopo il 36° tampone, ripensa ai fantastici assembramenti della scorsa edizione, ma promette di studiare con l’amico Fiorello una via d’equilibrio tra le 75 pagine del protocollo di sicurezza e le necessità dello spettacolo.

Si punta a un grande show televisivo, caratteristica che del resto il Festival ha da anni. Accanto ad Ama e Fiorello stavolta ci saranno in qualità di ospiti fissi, Achille Lauro, con cinque quadri che racconteranno la follia artistica del personaggio, e il campione di calcio Ibrahimovic, tutto da scoprire fuori campo. Quanto agli ospiti musicali inutile guardare oltre confine. «Ci concentriamo sulla musica italiana», spiega il direttore artistico. A Ornella Vanoni è dedicato un doveroso omaggio nella serata finale, mentre in settimana saranno della partita anche Negramaro e Alessandra Amoroso, senza Emma. Celentano è un’idea come un’altra, Benigni potrebbe tornare nel settecentesimo anniversario della morte di Dante. Entrambi devono dare risposta.

Dopo le accuse di sessismo dello scorso anno Amadeus va cauto sulle donne al Festival. Svelerà i nomi nei prossimi giorni, ma insieme ad Elodie è garantita una presenza femminile a serata. Per entrare meglio nella narrazione del «Festival al tempo del Covid» potrebbe arrivare all’Ariston anche Alessia Bonari, l’infermiera simbolo della prima ondata, con quel volto che ha fatto il giro del mondo, segnato dai lacci della mascherina.

Tra realtà e leggerezza Fiorello e Ama dovranno improvvisare pensando. Lanceranno battute al buco nero della platea e non sarà semplice. Ma sapranno come affrontare il gioco entrando e uscendo dalla scenografia ultramoderna, a involucro, inquadrabile da dentro e fuori.

In piena conferenza stampa, Fiorello chiede e ottiene di poter rendere omaggio a Little Tony che avrebbe compiuto ottant’anni in questi giorni; sarà performance alla memoria con tanto di giacca frangiata. Poi, per far clima, sfotte in diretta il suo vecchio amico Amadeus: «Sei lo Swiffer delle polemiche». «Come fai? Te le chiami!»: «Dici no a Morgan, metti tutti su una nave, vuoi il pubblico in sala, poi i figuranti, dici che non fai più il Festival, infine dice sì lo faccio, Intanto Ibra litiga con Lukaku, e Fedez fa sentire dieci secondi della sua canzone. Meglio l’anno scorso che il Festival era solo sessista».

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