Sanremo, stasera il via: 28 brani in gara, parole d’amore ma non solo. Vota la tua canzone preferita nel sondaggio

Il festival. Nei brani si parla di amori profondi, finiti, tossici, egoisti e a distanza. I Modà, Levante e Mr Rain cantano il male dell’anima. Il ricordo del padre di Grignani. Nel sondaggio sul nostro sito i lettori potranno votare la loro canzone preferita.

C’è tanto amore, come da tradizione, nei testi delle canzoni di Sanremo 2023. Un amore che attraversa con le sue mille sfaccettature quasi tutti i brani: da quello tormentato e turbolento di «Cenere» del rapper Lazza a quello profondo e complesso di «Due vite» di Mengoni; dall’amore nostalgico di «Parole dette male» di Giorgia a quello tossico di «Duemilaminuti» di Mara Mattei; dagli amori ormai finiti di Madame («Il bene e il male»), con tanto di parolacce, di Elodie («Due») e di Ariete («Mare di guai») a quello «Egoista» di Shari e a quello a distanza di Tananai («Tango»).

Leggendo i testi dei 28 brani in gara (da stasera i lettori del nostro sito potranno votare il loro preferito) emergono soprattutto amori dilaniati e sofferenti, anche se la porta alla speranza resta sempre aperta. Sul palco dell’Ariston, comunque, non salirà solo l’amore, conquistato, perso per sempre, maledetto o agognato che sia. Ci sarà spazio pure per altri sentimenti ed emozioni, ma anche qui le note saranno soprattutto all’insegna del dolore, della sofferenza, della solitudine («solo» è una delle parole più presente nei testi assieme a «male» e «volere») e, ancora, della speranza che non muore mai. Un posto particolare occupa il tema della depressione che ritroviamo nei brani dei Modà, di Levante e di Mr Rain. Uno specchio dei tempi bui che stiamo attraversando, dalla pandemia all’orrore della guerra in corso in Ucraina.

Kekko Silvestre, il frontman dei Modà, canterà con «Lasciami» il male dell’anima che lo ha colpito, che gli aveva preso i muscoli delle gambe. Racconterà la paura che ha vissuto di non riuscire più a muoversi ma anche come, a volte, tutto ciò che sembra negativo e doloroso possa trasformarsi in qualcosa di bello, in una rinascita. «Ho bevuto il veleno e ho capito la parte peggiore di me - dice il testo -. Ma che giorno è? È il primo giorno senza te… Ho bevuto il tuo bacio e ho sentito la parte migliore di te…Quella che mi mancherà… quella che non scorderò».

Levante invece in «Vivo» canta la depressione post-partum, un altro male oscuro che colpisce tante neomamme: «Ho sorriso tanto/ dentro a questo pianto./ Ho voglia di credere di poter farcela/ a costo di cedere parti di me/ Ho voglia di cedere a questa speranza/ per poter credere a tutta la vita/ che vivo come viene./ Vivo il male, vivo il bene».

Mr Rain, infine, canterà «Supereroi», un testo ricco di rime: «Non puoi combattere una guerra da solo/ il cuore è un’armatura/ ci salva ma si consuma./ A volte chiedere aiuto ci fa paura/ ma basta un solo passo come il primo uomo sulla Luna». E proprio il chiedere aiuto, secondo il cantante bresciano, è quello che ci rende tutti supereroi.

Con Colapesce e Dimartino in «Splash» si passa poi al tema delle aspettative che nel mondo attuale spesso pesano troppo sulle nostre spalle: «Meglio soli su una nave/ per non sentire il peso delle aspettative/ travolti dall’immensità del blu». Un peso che alla fine schiaccia il protagonista del testo che si butta giù dal ponte: «Mi tuffo nell’immensità del blu./ Splash».

Gianluca Grignani dedica «Quando ti manca il fiato» al padre. Un commovente ricordo: «Mio padre era uno dei tanti/ ma era il mio eroe quando mi sorrideva»; «Ciao papà o addio papà/ questa canzone te la canto adesso/ perché tu sappia che ti amo lo stesso».

Tra i favoriti di questo festival, secondo i bookmaker, ci sono Mengoni, Ultimo e Giorgia. In «Due vite», Mengoni affronta un amore che resiste e che è pronto a tutto. Due storie che si incrociano, si smarriscono e poi si ritrovano: «Siamo fermi in un tempo così/ che solleva le strade/ con il cielo a un passo da qui./ Siamo i mostri e le fate».

«Alba» di Ultimo è, invece, come spiegato dallo stesso autore, «una lettera per chiunque voglia guardarsi dentro e provare a ricominciare»: «Amo l’alba perché è come una sana follia/ puoi capirla se la senti e non mandarla via».

Giorgia con «Parole dette male» è tra i cantanti che raccontano di un amore finito, di un sentimento e di una parte della propria vita che non c’è più: «Chiudo ancora i miei occhi/ quando sento il tuo nome/ il cielo che crolla giù/ e io non ragiono più./ E tu alla fine eri una bella canzone/ la prima fuga al mare in moto d’estate/ le tue risate e fare i cretini nei prati».

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