Sonorizzazione dal vivo di René Clair
14 tracce firmate Roger Rota sono online

Poco più di un anno fa per l’abituale passaggio di testimone tra l’inizio di Bergamo Film Meeting e la fine Bergamo Jazz era stata organizzata una serata con la sonorizzazione dal vivo di un film di René Clair eseguita da Roger Rota, ora i brani eseguiti sono online.

Roger Rota, musicista bergamasco dal solido retaggio classico (diploma in fagotto e una buona consuetudine con i repertori cameristici) attivo sul fronte della musica jazz e di ricerca, era stato ingaggiato per realizzare una colonna sonora dal vivo per accompagnare le immagini di un classico del cinema muto. Quel «Viaggio immaginario» del 1925 a firma di René Clair, esperienza liminare della settima arte che stava svelando artigianalmente doti illusionistiche e magiche destinate a magnifiche e sorprendenti sorti nei decenni a venire.

Sul palco, assecondati da un’accorta e sapiente regia elettronica, cui Rota ha abituato il pubblico bergamasco, anche Marco Colonna al clarinetto basso e Francesco Chiapperini al sax alto e al clarinetto. Completamento di una gamma strumentale che aveva visto Rota a sua volta alle prese con i sassofoni alto, soprano e sopranino.

È di questi giorni la pubblicazione on line delle 14 tracce di quel lavoro, cui ha contribuito anche il batterista Stefano Grasso. Una registrazione realizzata nel marzo dell’anno scorso presso gli studi di Paolo Pelandi. Il lavoro è in vendita on line sulla piattaforma Bandcamp e permette, lasciato alle spalle il sempre complicato antagonismo tra l’eloquio narrativo delle immagini e le logiche interne di sviluppo dei materiali musicali, di apprezzare le notevoli qualità compositiva di Rota, musicista raffinato e rigoroso. Una musica, la sua, controllata e severa, che procede per sottointesi e allusioni, riservando la suggestione melodica a corali eterei e obliqui e che distende la gamma polifonica sino alla soglia della dissonanza. Un disco che rappresenta un’ulteriore tappa di quel percorso che ha visto il musicista orobico realizzare negli ultimi anni alcune delle sue più riuscite invenzioni creative, animate da una proficua ricerca di nuove e qualificanti collaborazione artistiche nonché da un’ancora più convinta e incalzante ricerca di cornici strutturali entro le quali calare essenziali e ponderati gesti improvvisativi.

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