Andrea, Kevin e gli altri ragazzi: «La nostra lotta quotidiana contro i rifiuti»

Ambiente. Un gruppo di giovanissimi di Solza, innamorati del loro territorio, stanchi dei rifiuti che incontrano nei boschi e nei campi, ha deciso di intervenire in prima persona: armati di sacchi, guanti e carriola fanno del loro meglio per mantenere il paesaggio pulito.

Sono giovanissimi, dai 16 ai 19 anni, non teorizzano, non scendono in piazza, ma soprattutto non delegano soluzioni tanto che hanno deciso di impegnarsi in prima persona in operazioni di pulizia del loro territorio. Si chiamano Andrea Colleoni, Paolo Brembilla, Samuele Rocca, Kevin Rica, Luca Baratta, Andrea Del Prato e Chiara Bravi, abitano a Solza e dall’estate scorsa, nel tempo libero puliscono dai rifiuti i luoghi dove vivono e amano passeggiare.

Il più grande, che è un po’ il responsabile del gruppo, è Andrea Colleoni, ha 19 anni e lavora in un agenzia di pompe funebri: lavoro che ama e che vuole continuare a fare anche da grande. Ad affiancare Andrea è l’altro maggiorenne della compagnia, Kevin, 18 anni, che è un po’ l’esperto e consulente del gruppo: frequenta il quinto anno dell’Istituto tecnico agrario e sogna un mondo verde. Poi ci sono i diciassettenni, Luca, Andrea Del Prato e poi Chiara, unica presenza femminile che non ama comparire nelle foto di gruppo, e infine Paolo Brembilla 16 anni, tutti studenti di vari istituti della provincia.

L’idea è partita dalle passeggiate che, dopo la scuola o il lavoro, sono soliti fare nei boschi che circondano Solza, spesso con i loro cani, o semplicemente per stare in mezzo alla natura. Racconta Andrea Colleoni: «Durante queste passeggiate notavamo come la natura di quei luoghi fossero sempre più sporca e inquinata e trovavamo inaccettabile che posti così belli e pieni di vegetazione fossero deturpati da rifiuti di ogni tipo: bottiglie di plastica, cartacce e bottiglie di vetro, che noi all’occasione spesso raccoglievamo e buttavamo». Aggiunge: «Però un giorno, parlando e riflettendo, abbiamo capito che lamentarci non era la soluzione e che se volevamo un cambiamento doveva partire da noi perché in altro modo non sarebbe arrivato».

Così i giovani si sono organizzati e armati di sacchi, guanti e carriola, hanno deciso di partire per una passeggiata un po’ diversa dal solito: non sarebbero stati fermi a guardare i campi inquinati ma li avrebbero ripuliti. «Dopo solo due ore di passeggiata – racconta Andrea – avevamo riempito due sacchi di spazzatura di vario tipo che abbiamo differenziato e poi portato alla discarica». Da allora, i ragazzi continuano a ripulire i boschi e in futuro intendono allargare «l’operazione», se necessario, anche alle strade del loro paese. Un’iniziativa nata dal basso che intende diventare sempre più contagiosa

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