
(Foto di Afb)
IL COMMENTO. Dal 1998, anno di uscita del celebre film che porta quel titolo, situazioni come quella vissuta dall’Atalanta nei primi 8’ della ripresa sabato sera a Bologna vengono definite di «Sliding doors», porte scorrevoli.
Il film racconta di come può cambiare una vita riuscendo a salire o meno su un vagone del metrò mentre si chiudono le sue porte scorrevoli. Esattamente quello che poteva succedere all’Atalanta. Prima, subìto il gol di Castro, si è vista sfrecciare sotto il naso il treno del rilancio, con la prospettiva inquietante della quarta sconfitta in sei partite. Ma solo pochi minuti dopo, con Lucumì espulso e un tempo intero ancora da giocare, se l’è visto fermare davanti con ampie possibilità di salire a bordo. E probabilmente ci sarebbe anche salita, se la spaccata di Bellanova sul tiro-cross di Lookman fosse finita in rete invece che sulla traversa. Perché a quel punto difficilmente il Bologna sarebbe riuscito a resistere, come ha fatto, fino al 90’. Quando si è arreso al sinistro di Samardzic, che poco prima aveva colpito un altro palo.
Ecco, a proposito di porte scorrevoli, l’Atalanta di questo primo mese e mezzo di campionato non ha certo offerto il meglio di sé, se non a sprazzi. Eppure, fornendo le stesse identiche prestazioni, se la fortuna le fosse stata un po’ più amica (quattro legni colpiti fra Torino e Bologna) potrebbe avere due-tre punti in più. Con ampie prospettive di crescita. Invece, dopo essere rimasta in sospeso fra il crollo e il rilancio, è ancora lì, nel gruppo, con tante cose ancora da dire in campionato e in Champions. Dove mercoledì in Germania, contro lo Shakhtar, andrà a caccia di punti per l’obiettivo minimo del piazzamento fra il 9° e il 24° posto, e per sognare più avanti qualcosa in più. Intanto, questa squadra che a Bologna ha inaugurato la nuova divisa giallo polenta (intrigante sfida nella sfida, andare a ostentare con orgoglio la propria tradizione culinaria popolare nel tempio della raffinata gastronomia emiliana) si è portata a casa un punto che ricorda proprio il nostro piatto tipico. Che quando hai fame, come in questo periodo seguito al ko con il Como, può anche bastare da solo a saziarti. Anche se i gol e la vittoria, in quei 36’ di porte scorrevoli fra i pali di Bellanova e di Samardzic, sarebbero stati una pietanza piena di gusto.
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