La filosofia di Gasperini, un’eredità per il futuro
ITALIA. Adesso ci dobbiamo proprio credere tutti. E come succede sempre per i momenti che si pensa non debbano arrivare mai, nessuno di noi se l’era immaginato così.
ITALIA. Adesso ci dobbiamo proprio credere tutti. E come succede sempre per i momenti che si pensa non debbano arrivare mai, nessuno di noi se l’era immaginato così.
L’ULTIMA DI CAMPIONATO. Grande emozione nell’ultima partita della stagione nerazzurra in Campionato: lo striscione per Gasperini «condottiero» come contro il Real, il tributo della società ai supporters con il display «589.426 volte grazie». Le lacrime finali di Toloi e il saluto dei tifosi.
IL COMMENTO. Alla fine di un weekend triste sia per il Rosso (Sinner, ko in finale a Roma), sia per la Rossa (Ferrari 4ª e 6ª a Imola e pure soddisfatta: chissà cosa ne avrebbe pensato Enzo Ferrari), lo sport italiano si ritrova a sorridere al femminile.
IL COMMENTO. Mese delle fioriture per eccellenza, maggio regala per tradizione al rigoglioso giardino dello sport italiano due delle sue rose più belle.Una è la Rosa più rosa delle altre: quella del Giro d’Italia.
IL COMMENTO. Difficile parlare solo di calcio quando le sue vie si intrecciano con quelle della violenza e della morte. La tragedia che si è consumata in via Ghirardelli è qualcosa di contrario a ogni forma di diritto, naturale o scritto, che regola la vita dell’uomo. E il giornale se ne occupa, nella maniera più accurata, sensibile e documentata possibile, in un’altra sezione.
IL COMMENTO. Sobrietà. In una settimana in cui il termine è stato usato fino a sconfinare nell’abuso, Atalanta e Lecce hanno fatto proprio il concetto e se lo sono portato in campo.
I VOTI. Le pagelle di Milan-Atalanta di Piero Vailati.
LA CRONACA. Una vittoria di sostanza, una vittoria di personalità che avvicina l’obiettivo Champions nel giorno in cui il Bologna, riportandosi a -2 (comunque -3 per l’esito degli scontri diretti) dopo aver battuto l’Inter capolista poteva ritrovare l’entusiasmo giusto per riaprire i giochi, in attesa della Juve impegnata a Parma nella serata di lunedì 21 aprile.
SPORT. Non preoccupatevi se questa mattina, rientrando al lavoro, troverete il traffico del lunedì ancora più intenso del solito.
IL COMMENTO. Così brutta da essere persino disarmante. Da guardarla con tale sconforto che non si riesce nemmeno ad arrabbiarsi. L’Atalanta ha scelto il suo volto peggiore per salutare definitivamente il bel sogno che l’ha accompagnata (anzi, che ci ha accompagnati tutti, anche quelli che magari hanno rinunciato a priori a sognare) fino a questo caldo pomeriggio di primavera nello stadio cantie…
IL PROGETTO. Il dg Area corporate Fabris: «A Pasqua un nuovo campo con una tribuna da 400 posti. Entro il 2027 acquisiremo altre aree confinanti». Si ragiona anche su uno stadio per l’Under 23.
IL COMMENTO. Prendete un ragazzo di 15 anni e provate a spiegargli che l’uomo è vissuto per millenni senza smartphone. Farete una fatica tremenda. Poi spiegategli che c’è stata un’epoca (lunga) in cui la Ferrari dominava il Mondiale di Formula 1 e l’Atalanta faceva la spola fra Serie A e Serie B. Forse farete ancora più fatica.
IL COMMENTO. Non chiediamoci perché. E non stiamo nemmeno qui a pensare a come potrebbe essere la classifica con i punti persi in casa con Torino, Cagliari e Venezia. Godiamocela e basta, questa Atalanta che va a trattare la Juve a casa sua, spegnendone le ultime speranze di scudetto e rinvigorendo le proprie, come se fosse il Verona o l’Empoli.
CALCIO. Parla l’attaccante dell’Atalanta, nipote e figlio d’arte: «Faccio ancora il pendolare da Milano, sono in alto mare... Il cognome ingombrante? Ognuno la vede come vuole, a me non è mai pesato».
IL COMMENTO. Si chiama scudetto, è un triangolino con i colori della bandiera italiana che giusto da un secolo (il primo a fregiarsene fu il Genoa, stagione 1924/25) identifica sulla maglia la squadra che vince il campionato. Leggenda vuole sia nato da un’idea di Gabriele D’Annunzio.
IL COMMENTO. Non c’è tempo per guardare indietro, per rimuginare su un passato che è già remoto anche se risale solo a poche ore fa. Non c’è tempo di pensare a come poteva essere la classifica di Serie A se l’Atalanta avesse battuto il Cagliari, alla luce del pareggio del Napoli a Roma con la Lazio e della sconfitta dell’Inter a Torino con la Juventus.
IL COMMENTO. Mateo e la rete, è amore vero. Anche se qualche nube dispettosa si intrufola, di tanto in tanto, per cercare di metterlo alla prova.
IL COMMENTO. Adesso c’è persino il pericolo (tipicamente italiano) che tutto diventi facile e scontato. Perché i trionfi di Jannik Sinner sono ormai permeati di una naturalezza tale che rischiano di uscirne quasi sminuiti, come i baldanzosi avversari via via impallinati dal Nuvola Rossa della Val Pusteria.
IL COMMENTO. La vera sconfitta, adesso, sarebbe dare un peso eccessivo alla sconfitta. Che brucia, perché a stare nell'élite ristretta che finirà per giocarsi lo scudetto avevamo fatto la bocca. Anche chi magari preferiva (e continuerà a preferire) nascondersi dietro la scaramanzia.
IL COMMENTO. Sarebbe stato così anche vincendo a Udine. Però è chiaro che il risultato e soprattutto la prestazione di sabato tratteggiano attorno alla settimana che comincia oggi le sfumature di un punto di svolta per l’Atalanta. Che in cinque giorni affronterà in casa Juventus e Napoli ed è chiamata a dare, ma soprattutto a darsi, delle risposte.