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Buon avvio di stagione per la bergamasca
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Incendio in un appartamento a Casnigo
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Bergamo, cartolina dal passato
L’export cresce
Non è un caso
di Elvira Conca

L’export bergamasco è tornato in corsa a dispetto delle previsioni raggiungendo un valore di poco superiore ai 12 miliardi. I dati Istat del terzo trimestre certificano l’aumento del 3,8% delle vendite di prodotti orobici oltreconfine, dato che permette di scrivere in campo positivo (+0,7%) la crescita delle nostre esportazioni nei primi nove mesi dell’anno. Un quadro che ha sorpreso gli stessi addetti ai lavori, pronti a fare i conti con un’ulteriore frenata dettata dalle difficoltà in cui ci si muove, in particolare la Germania alle alle prese con la fase di trasformazione dell’industria dell’auto, settore trainante del Paese.
Regno Unito, ha vinto
la voglia di certezze
di Fulvio Scaglione

Certe delusioni non si dimenticano, e gli exit poll ne hanno rifilate parecchie. Quelli inglesi non fanno eccezione: molto vicini all’esito finale nel 2017 (predissero che i Conservatori avrebbero mancato la maggioranza per 12 seggi, e fu per 4), molto lontani nel 2015 (nessuna maggioranza ai Conservatori, dissero i sondaggisti, e invece quelli l’ottennero), perfetti nel 2010. Vanno quindi prese con una certa prudenza le proiezioni pubblicate nella notte di ieri, subito dopo la chiusura dei seggi alle 23 ora italiana, che davano ai Conservatori una stratosferica maggioranza con 368 seggi sui 650 totali del Parlamento, davanti a un Partito laburista in crollo verticale (191 seggi, contro i 262 del 2017), a un Partito nazionale scozzese di nuovo in crescita e ai Liberal-democratici stabili sulle loro posizioni.
Da Bergamo allo Zambia
«La sfida di essere
madre in Africa»
di Chiara Zonca

C’era una volta una bambina nata e cresciuta tra gli scaffali della storica edicola di Castel Rozzone. Le sue giornate erano scandite dai rintocchi del campanile, dal profumo del pane fuori casa e dai racconti. Non solo quelli ascoltati ogni giorno tra libri e giornali, che erano parecchi, ma soprattutto quelli che un missionario dal lungo pizzetto bianco amava regalare in parrocchia. Racconti che venivano da lontano, che parlavano di bambini africani sorridenti, colori sgargianti e strade infinite di terra rossa. Quando Stefania era adolescente il sacerdote tornava puntualmente almeno una volta all’anno e narrava le stesse storie di orfani lasciati in strada e del suo sogno grande di accoglierli tutti, di una vita essenziale ma più reale, di un oceano sconfinato e di parchi con animali visti solo nei cartoni animati. Stefania ascoltava senza fiatare e veniva catturata da quel mondo fuori che bussava, e lei quel mondo lì lo voleva vedere davvero.