Pignolo, il borgo delle viuzze storiche
Esplorare il passato dei suoi abitanti svela la storia di Pignolo. Dagli antichi palazzi emergono la Schola cantorum, il Club Ricreativo, una banca, un gruppo teatrale e una parrocchia vivace
Esplorare il passato dei suoi abitanti svela la storia di Pignolo. Dagli antichi palazzi emergono la Schola cantorum, il Club Ricreativo, una banca, un gruppo teatrale e una parrocchia vivace
Camminare in città significa scoprire segni silenziosi di dolore: edicole spontanee e piccoli monumenti votivi nati dall’affetto. Un memento mori che ci interroga, ci scuote e ci ricorda il prezzo della fretta e della distrazione.
Borgo Palazzo è più di un quartiere: è un tessuto di vite intrecciate da gesti e passioni condivise. Dietro le botteghe si coltiva il lavoro come vocazione. Dal “medico dei poveri” al noto presentatore, dalla madre esemplare all’artigiano “degli orologi”, oggi vi raccontiamo le figure che con il loro esempio hanno lasciato un’eredità profonda.
Le colonne portanti del quartiere sono figure di grande valore, tra cui un corista premiato con la benemerenza dell’Arena di Verona per il suo impegno artistico, donne coraggiose che hanno fatto da ponte tra i partigiani prigionieri e le loro famiglie, e la catechista instancabile che per oltre 60 anni ha educato intere generazioni di giovani.
Ci sono figure che restano scolpite nella memoria, che ci lasciano ricordi di vita. Il bancario Merlini, che diresse l’ufficio di Gerusalemme del «Banco di Roma», le maestre Cottini e Bianchi, educatrici appassionate, e le madri esemplari Foresti e Barbarossa. Compleanni, anniversari, festività: nessuna ricorrenza sfuggiva al tecnico Magrini
Oggi vi raccontiamo tre personaggi che, ciascuno a suo modo, hanno lasciato un’impronta indelebile nella loro comunità. L’impegno verso gli altri: Mario, cardiologo di grande competenza e umanità, Norma, un punto di riferimento per i commercianti della Val Seriana e Remigio, il sacrista che per 37 anni ha servito la parrocchia di Longuelo
Nei secoli artisti, letterati e imprenditori hanno trovato in Città Alta il luogo perfetto per coltivare il loro talento e le loro aspirazioni, lasciando un segno che ha superato i confini del tempo. I contributi di Eulalia Murari, Gianandrea Gavazzeni e Trento Longaretti, che hanno reso la loro vita una celebrazione dell’identità bergamasca.
La memoria è fatta di gesti concreti, come un pensiero sull’albero o un saluto mattutino. Durante le vacanze appena trascorse, una novità ha accolto i visitatori all’ingresso del nostro Cimitero Monumentale. L’albero di Natale è stato reinterpretato, offrendo un nuovo sguardo originale alla memoria, che prova a rendere i ricordi vivi e condivisi.