«Miserere», l’inno alla vita che si canta(va)
Tiziano Incani, intervistato da Bergamo Tv, rievoca il «Miserere»: canto spirituale che, nelle valli, accompagnava i defunti. Ispirato al salmo 50, evoca perdono, colpa e solennità della morte.
Tiziano Incani, intervistato da Bergamo Tv, rievoca il «Miserere»: canto spirituale che, nelle valli, accompagnava i defunti. Ispirato al salmo 50, evoca perdono, colpa e solennità della morte.
La montagna e la corsa sono stati più di una passione per Roby Piantoni, Antonio Mazzeo e Franco Togni: erano la loro vita, la loro sfida quotidiana, la loro missione.
Ci sono molti modi per ricordare i propri cari. A Valsecca, in alta Valle Imagna, la morte fa meno paura, il cimitero ha il cancello sempre aperto e si può persino entrare in pigiama.
La città della Belle Époque splendeva grazie agli aristocratici che frequentavano le terme, ma furono i lavoratori a renderla nobile e accogliente. Maestri, ostetriche e notai garantivano i servizi essenziali
Dietro ogni comunità ci sono persone che contribuiscono a renderla speciale. Walter, Luigi e Luciana: tre storie che rappresentano il volto più autentico della Bergamasca.
I riti del saluto ai defunti sono all’origine della cultura, eppure si tenta di eliminarli. La tecnologia e la frenesia aprono le porte a soluzioni come la direct cremation
Madri devote come Cecilia Aresi e professionisti apprezzati come Sandro Agazzi e Antonio Marconi hanno dato anima a Valverde e Conca Fiorita, costruendo legami profondi e una comunità ricca di vita.
Esplorare il passato dei suoi abitanti svela la storia di Pignolo. Dagli antichi palazzi emergono la Schola cantorum, il Club Ricreativo, una banca, un gruppo teatrale e una parrocchia vivace
Un mosaico di vite e passioni in un luogo che da Comune autonomo è diventato parte della città, tra emigranti, industriali, madri coraggiose, tintori e cavalieri che incarnano l’identità bergamasca.
Il quartiere si distingue per accoglienza e generosità. Tra Avis, Uildm e lo stadio, emerge una rete di persone speciali, ricordate anche nella cronaca di alcuni storici funerali che ne raccontano l’identità locale.
Clementina Brevi, Giuseppe Sudati ed Ester Varsella hanno vissuto percorsi diversi, ma condivisi dallo stesso legame con la loro comunità. Un’insegnante, un promotore della cooperazione e una donna di famiglia, il cui ricordo vive ancora oggi.
Dopo essere morti, tutto ciò che ci appartiene entra nel regno «dell’inutile». Tuttavia se chi ama lo guarda con gli occhi del cuore, lo «ascolta» e lo «rinomina», diventa un interruttore pronto ad accendere i ricordi
Camminare in città significa scoprire segni silenziosi di dolore: edicole spontanee e piccoli monumenti votivi nati dall’affetto. Un memento mori che ci interroga, ci scuote e ci ricorda il prezzo della fretta e della distrazione.
Borgo Palazzo è più di un quartiere: è un tessuto di vite intrecciate da gesti e passioni condivise. Dietro le botteghe si coltiva il lavoro come vocazione. Dal “medico dei poveri” al noto presentatore, dalla madre esemplare all’artigiano “degli orologi”, oggi vi raccontiamo le figure che con il loro esempio hanno lasciato un’eredità profonda.
Le colonne portanti del quartiere sono figure di grande valore, tra cui un corista premiato con la benemerenza dell’Arena di Verona per il suo impegno artistico, donne coraggiose che hanno fatto da ponte tra i partigiani prigionieri e le loro famiglie, e la catechista instancabile che per oltre 60 anni ha educato intere generazioni di giovani.