
La salute / Bergamo Città
Giovedì 17 Luglio 2025
Calcolosi renale, l’estate non aiuta
UROLOGIA. La disidratazione tipica di questa stagione favorisce la formazione di calcoli e renella.
Sono sempre di più gli italiani che soffrono di calcoli renali, circa 1 su 10. E in estate, con il caldo, il rischio che si formino è più alto, complice anche una maggiore disidratazione. Anche se di solito non danno sintomi particolari a parte dolore alla schiena, in alcuni casi possono spostarsi andando a ostruire le vie urinarie e causando la tanto temuta colica renale, un dolore acuto e lancinante che molti paragonano solo a quello del parto. Come fare allora per prevenire tutto questo? Lo abbiamo chiesto al dottor Riccardo Galli, urologo dell’Unità di Urologia II del Policlinico San Marco.
Dottor Galli, che cosa sono i calcoli e come si formano?
«I calcoli sono delle specie di “sassolini”, che si formano in genere nei reni, composti da cristalli contenuti nelle urine che, se presenti oltre una certa soglia, precipitano e si aggregano. Il limite viene raggiunto quando ci sono troppi sali minerali, oppure quando si riduce la quantità di urine a causa della disidratazione, come spesso accade in estate. Con il caldo, infatti, sudiamo di più e perdiamo liquidi: se non beviamo abbastanza, le urine diventano più concentrate e i sali minerali si cristallizzano con più facilità. È come far evaporare l’acqua in una bottiglia: rimangono i residui. Ecco che quei residui possono diventare calcoli. I cristalli che costituiscono i calcoli sono principalmente cinque: in oltre l’80% di casi si tratta di ossalato di calcio, meno frequentemente sono costituiti da fosfato di calcio, acido urico, struvite e cistina. La loro composizione è importante perché la terapia può variare in base alle caratteristiche del calcolo, così come in funzione della dimensione che può andare da come granelli di sabbia (la cosiddetta “renella”) fino a raggiungere le dimensioni di una palla da golf».
Quali sono le cause per la comparsa di calcoli, oltre alla disidratazione?
«La formazione dei calcoli è complessa e multifattoriale. Può esserci una predisposizione genetica, cioè familiarità per calcolosi renale, tuttavia la dieta e i processi metabolici giocano un ruolo importantissimo. Una dieta troppo ricca di proteine animali, zuccheri semplici e sale, ad esempio, può favorire la formazione di calcoli».
Ma come si manifestano?
«Quando i calcoli sono piccoli, spesso riescono ad attraversare l’uretere, la vescica, l’uretra e ad essere espulsi all’esterno con le urine, senza particolare dolore o con un vago dolore alla schiena. Il problema nasce quando, spostandosi, vanno a ostruire le vie urinarie. In questo caso, per superare l’ostruzione ed essere espulsa, l’urina deve esercitare una maggiore pressione nel rene o nell’uretere. Da qui la colica renale, un problema frequente (è uno dei motivi principali di accesso al pronto soccorso) che esordisce con un dolore acuto e ciclico al fianco interessato dall’ostruzione, spesso accompagnato da nausea e vomito. In base alla sede dell’ostruzione il dolore poi si può irradiare anteriormente e spingersi sino ai genitali del lato interessato, oltre a dare sintomi di tipo irritativo urinario (bruciore o frequenza aumentata)».
Come si possono prevenire allora?
«Innanzitutto seguendo un’alimentazione varia e ricca di frutta e verdure fresche (che contengono elementi importanti come potassio, magnesio e citrato), legumi, cereali integrali e un adeguato apporto di alimenti contenenti calcio che sembrerebbe ridurre la probabilità che insorgano. Per prevenire i calcoli formati da ossalato di calcio (i più comuni), inoltre, è importante limitare il consumo di cibi che ne sono molto ricchi come barbabietole, spinaci, cioccolato, foglie di tè e kiwi. Fondamentale poi è bere acqua in abbondanza, almeno un litro e mezzo al giorno, da aumentare quando fa caldo o si fa attività fisica. Importantissimo è bere prima che arrivi la sete. Il metro di misura è il colore dell’urina, che deve essere chiaro».
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