Celiachia e dieta senza glutine, tra falsi miti e fake news

In persone geneticamente predisposte, il glutine produce anticorpi che danneggiano l’intestino.

La celiachia non è una dieta che si sceglie per dimagrire e non è una condizione temporanea dalla quale prima o poi si può guarire, ma una malattia che colpisce una persona su 100 e spesso non viene diagnosticata. Eliminare i cereali dalla dieta se non si è celiaci, invece, non fa bene alla salute, anzi toglie sostanze nutrienti importanti per l’organismo. A sfatare falsi miti e fake news è l’Associazione Italiana Celiachia (Aic), che, in occasione della Giornata Internazionale della Celiachia, celebrata ogni anno il 16 maggio, lancia una Settimana Nazionale dedicata a questa patologia che in Italia riguarda circa 600.000 persone, di cui quasi 400.000 non ancora diagnosticate.

La celiachia è una malattia autoimmune che colpisce persone geneticamente predisposte, nelle quali l’assunzione di glutine produce anticorpi che danneggiano l’intestino tenue. I celiaci, pertanto, sono obbligati a sospendere per tutta la vita l’assunzione di questa proteina contenuta nei cereali. I dati mostrano che ne soffre almeno una persona ogni 100 ma, secondo gli ultimi dati del Ministero della Salute, sono poco più di 220.000 i pazienti celiaci diagnosticati in Italia. Questo significa che oltre il 60% dei celiaci sta ancora aspettando una diagnosi. Contemporaneamente, però, dichiara il presidente Aic, Giuseppe Di Fabio, si assiste alla «proliferazione di fake news, che contribuiscono a generare confusione e a diffondere convinzioni errate, mettendo a rischio la salute dei pazienti e di chi ancora non sa di essere affetto da questa patologia, ovvero quasi 400.000 persone solo in Italia». Di qui la necessità di «far luce nella giungla informativa e tra le tante notizie non verificate che trovano una cassa di risonanza sui social». L’infodemia, o la quantità eccessiva di informazioni non vagliate, prosegue Di Fabio, «porta a una scarsa conoscenza dei fenomeni e a una mancata consapevolezza dei bisogni e dei diritti dei pazienti da parte dell’opinione pubblica e delle stesse istituzioni». Per questo, fino ad oggi, 23 maggio, Aic rilancia una campagna per fare corretta informazione al pubblico e ai media. Da approfondimenti e webinar a workshop digitali, corsi di cucina con foodblogger, dietiste e chef, screening per la celiachia e confronti con gli esperti: sono oltre 60 le iniziative a cura dell’Aic e delle sue 20 sedi territoriali consultabili sul sito settimanadellaceliachia.it/2021/eventi. La celiachia, conclude Caterina Pilo, direttore generale Aic,«non può esser svilita a una moda alimentare, è invece una malattia cronica sistemica e severa, che, se non diagnosticata precocemente, porta a complicanze gravi».

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