Coronavirus, gli psicologi
«Stressato il 65% degli italiani»

Il 64% degli intervistati del Nord Ovest, il 59% del Nord Est e del Centro, il 67% del Sud e delle Isole.

Lo «stressometro» realizzato ogni settimana dall’Istituto Piepoli per conto del Consiglio Nazionale Ordine degli Psicologi rileva che il perdurare dell’emergenza Covid-19 porta il malessere degli italiani a un livello altissimo: il 63% si definisce molto o abbastanza stressato, un dato ancor più significativo considerando che il 43% degli intervistati denuncia un livello «massimo» di stress. Si definisce stressato - come si legge sul sito «ilFarmacistaonline.it» - il 64% degli intervistati del Nord Ovest, il 59% del Nord Est e del Centro, il 67% del Sud e delle Isole.

Cresce l’influenza della vicenda coronavirus sulla condizione psicologica degli italiani. A livello nazionale secondo gli intervistati pesava sullo stato di stress al 62% il 24 febbraio, al 50% il 2 marzo, al 75% il 9 marzo, al 76% il 16 marzo per raggiungere oggi un’incidenza dell’82% e al Sud in particolare il Covid-19 condiziona all’88% (+16% in una settimana).

«Si rileva un crescente malessere di fronte alla perdurante emergenza sanitaria - dichiara David Lazzari, Consiglio Nazionale Ordine degli Psicologi - per questo vanno messe in campo opportune azioni e strategie. Gli psicologi stanno facendo la loro parte a livello nazionale e sul territorio con una mobilitazione senza precedenti. Ma il volontariato non può sostituirsi al servizio pubblico, è necessario che siano reclutati psicologi negli ospedali, nell’assistenza territoriale, nelle carceri. I pronto soccorso sono pieni di persone con attacchi di panico e non ci sono psicologi. Il distanziamento sociale, la paura e l’incertezza sul futuro hanno portato lo stress a livelli mai toccati. Gli italiani hanno bisogno di messaggi chiari sia sulla situazione attuale sia sulle prospettive economiche e occupazionali del post emergenza». È impensabile - dicono gli psicologi - che il supporto allo stress di medici ed infermieri, delle tante fasce deboli della popolazione su descritte, debba poggiare su iniziative di solidarietà. Occorre da subito potenziare e mettere a sistema ciò che esiste in modo tale che emergenza sanitaria e psicologica trovino una comune e coordinata strategia. Tenendo conto - cocludono - che l’emergenza psicologica avrà caratteri strutturali e conseguenze non brevi che vanno messe in conto.

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