Endometriosi, nasce un progetto per la diagnosi non invasiva

L’INIZIATIVA. L’obiettivo comune è lo sviluppo di un dispositivo compatto, user-friendly e ad alta precisione.

L’endometriosi è una patologia cronica e spesso invalidante che colpisce tra il 10% e il 15% della popolazione femminile, rappresentando una delle principali cause di infertilità e di dolore pelvico cronico. Nonostante l’impatto sociale ed economico significativo, ad oggi la diagnosi resta spesso tardiva e invasiva, con percorsi clinici lunghi e complessi. È in questo contesto che nasce Endo2023 - Endometriosi e sviluppo di un lab-on-a-chip per la diagnostica non invasiva, un ambizioso progetto di ricerca finanziato dal Ministero dell’Università e della Ricerca con oltre 4,4 milioni di euro nell’ambito del bando Fisa. Il progetto, della durata di cinque anni e con un budget complessivo di 8,5 milioni di euro, ha l’obiettivo di realizzare un test non invasivo per la diagnosi precoce dell’endometriosi, sfruttando tecnologie di ultima generazione nel campo della biologia molecolare, delle scienze omiche e dell’analisi bioinformatica.

Eurofins Genoma, leader nelle tecnologie molecolari per la diagnostica avanzata e punto di riferimento nella ricerca applicata alla next-generation sequencing, ha messo a disposizione il proprio know-how scientifico e tecnologico. Forte di un’esperienza consolidata e del lavoro della sua unità di Ricerca e Sviluppo, Eurofins Genoma ricoprirà un duplice ruolo: sarà responsabile della componente di ricerca genetica nell’ambito delle scienze omiche e guiderà lo sviluppo industriale e tecnologico del dispositivo Lab-on-a-Chip.

L’Università UniCamillus

L’Università UniCamillus, in qualità di organismo di ricerca, svolge un ruolo di primo piano nella promozione e nella definizione progettuale dell’iniziativa, offrendo un contributo significativo alla strutturazione scientifica del progetto. L’ateneo è coinvolto attraverso un team multidisciplinare altamente qualificato, organizzato in quattro unità specializzate - Biologia Molecolare, Istologia, Biochimica e Microbiologia - impegnate nell’individuazione di biomarcatori innovativi mediante l’integrazione di genomica, metabolomica, trascrittomica, analisi computazionale e sviluppo di sistemi cellulari in vitro. La professoressa Chiara Benedetto, in qualità di capo progetto, metterà a disposizione la sua consolidata esperienza per guidare il trial clinico, fondamentale per il reclutamento e la caratterizzazione dei pazienti coinvolti nella ricerca.

L’obiettivo comune è lo sviluppo di un dispositivo compatto, user-friendly e ad alta precisione, capace di rilevare un’ampia gamma di biomarcatori (miRna, Rna, metaboliti, Dna patogeno) in modo non invasivo. L’impatto atteso di Endo2023 è duplice: da un lato, una diagnosi più rapida e accessibile per le pazienti; dall’altro, una riduzione significativa dei costi sanitari, a beneficio dell’intero sistema pubblico.

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