Fiducia e responsabilità contro il disagio psichico

SALUTE. Il lavoro dell’infermiere si è modificato nel tempo, sostituendo l’attività di custodia in un vero e proprio processo riabilitativo e rieducativo.

Oggi è sempre più importante l’aspetto dell’autodeterminazione alle cure. Le persone che accedono ai servizi di salute mentale sono più fluide rispetto al passato ed aumenta sempre più chi sceglie dove farsi curare, se farsi curare o sospendere il percorso di cura nell’attesa di trovare un servizio più confacente al proprio stato di disagio. Tutto questo viene mediato dai servizi territoriali, che sono il punto di riferimento primario per la presa in cura e per orientare le persone verso la struttura idonea al proprio bisogno di salute mentale.

Il Dipartimento di Salute Mentale (DSM) del Servizio Sanitario Regionale si occupa anche di dipendenze, disturbi del comportamento alimentare e di soggetti autori di reato. In merito alle dipendenze è difficile stabilire quanto siano l’espressione di un disagio sociale, sfociando successivamente in un disturbo mentale.

Con la chiusura degli ospedali psichiatrici giudiziari, le persone affette da disturbo psichico che abbiano commesso un reato (con incapacità di intendere e volere) sono in carico ai Centri Psico Sociali (CPS) e quindi redistribuiti tra i vari servizi (residenziali, centri diurni). Una volta usciti dalle REMS (Residenza Esecuzione Misura di Sicurezza), dove iniziano a scontare la loro pena, la stessa si tramuta in libertà vigilata prevedendo programmi riabilitativi ad hoc per il reinserimento sociale.

Nel disagio psichico c’è sempre una «vecchia ferita pronta a sanguinare» in conseguenza a particolari eventi ambientali, relazionali, difficoltà economiche, crisi d’identità; mettendo a dura prova la propria capacità di adattamento. Il sapere che questa situazione possa succedere a chiunque, non significa allarmare bensì capire che nel corso di una vita si possono avere disturbi di natura fisica e/o psichica, che vanno accettati come disturbi di cui prendersi cura.

«Da vicino nessuno è normale», questo è il senso di questa riflessione. Non esiste la normalità ed il suo opposto. Esistono tante normalità quante sono le persone che occupano questa terra ed ognuno si crea la propria, l’importante è che non leda la normalità altrui.

Lo strumento principale che utilizza l’infermiere per assistere chi soffre di disagio psichico è la relazione terapeutica basata su una reciproca fiducia, sull’onestà, sulla chiarezza dimostrando responsabilità nella presa in cura. Questo permette di poter lavorare su un piano orizzontale, dove poter condividere l’autenticità di chi cura e chi è curato. La forza della cura è nel lavoro d’equipe dove ogni professionista, con le proprie competenze, lavora per aiutare l’altro nel soddisfare i propri bisogni di self-care. L’obiettivo è costruire un progetto di vita e di cura che va al di là del periodo di degenza o di utilizzo del servizio.

Il sostegno alla rete sociale è una risorsa di fondamentale importanza, il ruolo degli infermieri di salute mentale si è molto modificato nel tempo, sostituendo l’attività di custodia in un vero e proprio processo riabilitativo e rieducativo in collaborazione con gli altri componenti dell’equipe multidisciplinare.

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